Replying to Dalí, Magritte, Man Ray e il Surrealismo. Capolavori dal Museo Boijmans Van Beuningen

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  1. Posted 14/6/2023, 18:10
    Milano - MUDEC (Museo delle Culture)
    Dalí, Magritte, Man Ray e il Surrealismo. Capolavori dal Museo Boijmans Van Beuningen
    dal 22/03/2023 al 30/07/2023

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    180 opere - tra dipinti, sculture, disegni, documenti, manufatti - provenienti dalla collezione del museo Boijmans Van Beuningen, uno dei più importanti musei dei Paesi Bassi, in dialogo con alcune opere della Collezione Permanente. La mostra è prodotta da 24 ORE Cultura – Gruppo 24 ORE e promossa dal Comune di Milano-Cultura, è stata resa possibile grazie al generoso prestito di opere d'arte da parte del Museo Boijmans Van Beuningen, Rotterdam, Paesi Bassi e a Fondazione Deloitte, Institutional Partner della mostra.

    La curatela della mostra è affidata alla storica dell’arte Els Hoek, curatrice del museo, con la collaborazione di Alessandro Nigro, professore di Storia della critica d’arte presso l’Università di Firenze, a cui in particolare è affidato il fil rouge della mostra sul complesso e articolato rapporto tra il Surrealismo e le culture extra occidentali. La sede del Mudec ospita ancora una volta un'iniziativa volta al dialogo e al confronto tra culture diverse, stavolta con un focus particolare sull'interesse dei surrealisti per le culture native.

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    L’ampia selezione di capolavori presentati nella mostra racconta al visitatore quali fossero le principali premesse e motivazioni dei surrealisti: utilizzando oggetti trovati, tecniche automatiche o regole simili a giochi, gli artisti tentarono di escludere il razionale, nella speranza di creare uno shock poetico che avrebbe cambiato il mondo.

    Le sei sezioni presentano il mondo del Surrealismo, la visione e la poliedricità delle manifestazioni surrealiste nei più diversi ambiti artistici: dipinti, opere su carta, pubblicazioni e oggetti, sculture… l’atteggiamento surrealista pervade le sale, una dopo l’altra, in un percorso a 360 gradi.

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    Ogni sezione è introdotta da una scultura chiave o un oggetto iconico, che parla al visitatore evocando il tema della sezione, e da una citazione, che racconta e ricorda al pubblico come il surrealismo fu prima di tutto anche manifesto filosofico, pensiero poetico, sguardo e incanto su una realtà ‘altra’.

    Ciascuna delle sei sezioni è introdotta da una scultura chiave o un oggetto iconico, che parla al visitatore evocando il tema della sezione, e da una citazione, che racconta e ricorda al pubblico come il surrealismo fu anche manifesto filosofico, pensiero poetico, sguardo incantato su una realtà ‘altra’.

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    SEZIONE 1
    Una rivoluzione surrealista

    La prima sezione contiene alcuni straordinari capolavori che attirano lo spettatore introducendolo direttamente nel mondo del Surrealismo. Il surrealismo non è uno stile, ma un atteggiamento. Si parla per questo motivo di “mentalità” surrealista, che si esprime in diversi stili e discipline artistiche. Un momento introduttivo al mondo del Surrealismo, dove accanto al libretto originale del Manifesto del Surrealismo di André Breton, pubblicato a Parigi nel 1924, si può ammirare l’iconico sofa di Dalí a forma di labbra (Mae West Lips Sofa, da 1938).

    SEZIONE 2
    Dadaismo e Surrealismo

    La sezione mostra le origini dadaiste del Surrealismo - con opere e pubblicazioni di Kurt Schwitters, Tristan Tzara e Francis Picabia. Presenta tre artisti Dada che hanno avuto un ruolo importante nel gruppo surrealista: Max Ernst, Man Ray e Marcel Duchamp. In mostra tra gli altri lavori, Cadeau (Audace) di Man Ray o la Scatola in valigia di Duchamp (De ou par Marcel Duchamp ou Rrose Selavy) del 1952.

    SEZIONE 3
    La mente sognante

    I surrealisti furono fortemente influenzati dalle idee della psichiatria e della psicoanalisi del loro tempo (Sigmund Freud, Pierre Janet, Carl Gustav Jung). Gli artisti hanno esplorato l'inconscio ed evocato mondi onirici, in una fusione perfetta tra psicologia e arte.
    A questo proposito la sezione indaga in modo particolare la visione artistica di Salvador Dalí.
    Dalí era interessato a Freud e dipingeva anche paesaggi onirici, ma si accorse nel tempo che la sua tecnica pittorica era troppo lenta e che le immagini diventavano coscienti. Di conseguenza sviluppò il suo "metodo paranoico-critico", che di fatto lo portò a creare immagini multi-interpretabili e ‘stratificate’. In mostra in questa sezione la sua Venere di Milo a cassetti, del 1936.

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    SEZIONE 4
    Il caso e l'irrazionale

    La quarta sezione si concentra sui vari metodi usati dai surrealisti per ottenere l'accesso all'inconscio. Dai giochi d'azzardo al collage, al frottage, alla scrittura e al disegno dal flusso di coscienza. Alcuni artisti hanno cercato mezzi e modi per avere le allucinazioni o hanno usato esperienze psicotiche nel loro lavoro.
    Uno dei capolavori più importanti in questa sezione è quello di Eileen Agar, Figura seduta. Nel 1928 Eileen Agar incontrò André Breton e Paul Éluard a Parigi. Allo stesso tempo, i fossili e le ossa di creature preistoriche nel Jardin des Plantes la stavano affascinando per il loro ingegnoso disegno astratto. Da questo momento in poi Agar combinerà nel suo lavoro strutture di antichi animali, piante e alghe marine con il mondo aereo della sua immaginazione, cercando di avvicinare nuovamente la cultura occidentale alla natura.

    SEZIONE 5
    Desiderio

    Qui sono raccolte opere che - in modo più o meno esplicito - trattano di amore e desiderio (sessuale). I surrealisti esplorarono la loro sessualità per accedere ad aree che la società borghese aveva represso da tempo. Un esempio ne è la Venere restaurata di Man Ray, presente in mostra. Come molti altri surrealisti, Man Ray si immerge in un inebriante mondo di amore e desiderio, praticando l'amore libero e fotografando le donne nei modi più sensuali. Man Ray era anche affascinato dal feticismo erotico e dai romanzi sadomasochisti del marchese de Sade, che vedeva come una vera espressione di desiderio represso. Nella sua opera del ’36 Man Ray ha "restituito" la dea dell'amore al suo vero io.

    SEZIONE 6
    Stranamente familiare

    I surrealisti ammiravano profondamente I Canti di Maldoror. In questo romanzo gotico del XIX secolo, la bellezza è descritta come "l'incontro casuale di un ombrello e una macchina da cucire su un tavolo da dissezione". Gli artisti surrealisti hanno preso questo come loro credo, creando una bellezza attraverso combinazioni insolite comparabili tra loro.
    Come racconta tra gli altri il dipinto di Meret Oppenheim Sotto le resede, presentato in questa sezione. Oppenheim si trasferì a Parigi all'età di diciotto anni e divenne rapidamente un membro importante del gruppo. Questo dipinto non sembrerebbe di per sé surrealista, se non fosse che il titolo derivi dal libro cult surrealista I Canti di Maldoror. È proprio in questo libro che si racconta come le resede, piccole piante che crescono ovunque in Europa, siano usate per descrivere il tipo di modestia dietro cui gli esseri umani nascondono la loro natura vera e malvagia.


    INFO

    Orari
    Lunedì 14:30 – 19:30
    Martedì – Mercoledì – Venerdì – Domenica 9:30 – 19:30
    Giovedì – Sabato 09:30 – 22:30
    l'ultimo ingresso è un'ora prima della chiusura


    Dove
    Mudec – Museo delle Culture
    via Tortona 56, Milano

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