1. Palladio e gli sguardi

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    La mostra “Raffaello verso Picasso” a Vicenza è un evento nell'evento, perché permette di visitare la basilica palladiana, uno dei più celebri capolavori italiani, dopo un lungo restauro durato oltre 5 anni e costato 21 milioni di euro. Palladio, il più importante architetto di ogni tempo, accoglie i visitatori in un tempio di bellezza, la Basilica,
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    costruita con un meraviglioso rivestimento in pietra bianca e nello spirito rinascimentale della bellezza non ostentata, ma tutta connaturata al senso stesso della vita, nella sua dimensione d’armonia. L’allestimento della mostra si inserisce, con il suo variare di passo e dimensione, con pareti e sale costruite appositamente, all’interno della meravigliosa Basilica. “La mostra è una storia di sguardi”, secondo Goldin, curatore della rassegna. Nella prima sezione affianca le opere di carattere religioso, grazia ed estasi che introducono alla dimensione spirituale dell’uomo. Il percorso espositivo inizia, infatti, con una preziosa tavola del Beato Angelico che, protetta in una teca, sospesa in aria, nella magnificenza del fondo oro e del blu lapislazzuli, accoglie i visitatori. E' un vero splendore, poi, il susseguirsi delle Madonne, tra cui quelle di Mantegna e di Bellini (una meraviglia che arriva dal Museo di Detroit), cui seguono le immagini del Cristo immortalato dai maestri del passato. Vi è, successivamente, la Flagellazione di Caravaggio, le Crocifissioni di Antonello da Messina, Bellini, Veronese, il Cristo risorto di Botticelli, tavola fragilissima e per questo raramente esposta. Nella sezione dedicata alla nobiltà del ritratto ci sono i dogi di Tiziano, Gentile Bellini, gli aristocratici di Rubens, i sovrani di Velazquez. I capolavori di Raffaello, Giorgione, Dürer presentano il tema del ritratto quotidiano quale rappresentazione dell’anima. Una sezione indaga il rapporto tra la pittura di Manet e l’arte spagnola e l’influenza del Moroni su Degas. La mostra si conclude con una vasta rassegna sul Novecento, lo sguardo inquieto del XX secolo attraverso gli autoritratti di Van Gogh, Gauguin, Cézanne, Bonnard e i corpi nudi, contorti di Bacon o di Freud (prestito eccezionale della National Gallery di Edimburgo). Tuttavia, è con Picasso, presente con l’Italienne, che la concezione apollinea della figura si fa dionisiaca, destrutturando totalmente la forma. Si tratta di 100 opere provenienti da musei nazionali e internazionali. Anche se forse sulla mostra prevale lo sguardo incantato per la basilica, capolavoro risc...

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    Last Post by Anna e Vale il 18 Oct. 2012
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  2. Da Palermo a Roma: il viaggio di Guttuso

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    7E5C415A705F5F Guttuso è di scena a Roma nel complesso del Vittoriano, che gli tributa una mostra antologica dal 12 ottobre al 13 febbraio 2013. E' un omaggio a cento anni dalla nascita del maestro, esponente di punta del realismo, che lasciò la Sicilia, la sua terra, e scelse Roma come residenza nel 1937 e dove morì nel 1987. Sono presenti più di 100 opere provenienti da musei nazionali e internazionali, dalle collezioni private e dalla Galleria Nazionale d’Arte Moderna. Si celebra anche i cinquant’anni del pittore nella capitale. Guttuso conobbe e strinse amicizia a Roma con molti letterati e artisti come Moravia, Moore, Manzù, Pasolini, Neruda e Visconti, da cui trasse ispirazione nell’arte e nella vita. Gli influssi artistici e il fermento sociale della grande città sono stati rilevanti nella sua arte. La Sicilia, dove nacque nel 1912, rimane la terra delle radici, lo spazio di un mito evocato e poi riprodotto in un'esplosione di colori e cose, come nel capolavoro “la Vucciria”, il mercato palermitano, del 1974. Guttuso, del resto, ripeteva spesso in alcune interviste che “il pittore dipinge sempre quello che conosce”. Roma è protagonista nei tetti e soprattutto nei volti: dalla moglie Mimise - nei ritratti degli anni trenta - a Marta Marzotto, l'amante nascosta in alcuni nudi; da Eugenio Montale nel'38 a Anna Magnani venti anni dopo. Nei suoi dipinti è presente il forte senso delle sue origini, ma anche il periodo della formazione. Si vede il sentimento del tragico, il realismo connesso alle difficili problematiche della sua terra, la semplificazione delle forme - così simile ai disegni imparati nella bottega degli artigiani di carretti siciliani. “Fuga dall’Etna”, che lo consacrò pittore romano nel ‘39, è l’inizio di opere in cui l’allegoria svela il suo punto di vista sull’esistenza e la storia: sia che si tratti di minatori di zolfo, degli americani di Cuba, dei combattenti della Libia. I protagonisti della storia diventano le persone comuni, le stesse riunite in una confusa moltitudine nell’antico mercato di Palermo “la Vucciria“. Le quattro tele monumentali presenti sono oltre la “vucciria”, “la zolfatara”, opera crudissima, “la spiaggia” (dipinto coraggioso in cui si nasconde la figura di Picasso) e “I Funerali di Togliatti”, dove tra un mare di bandiere rosse, galleggiano in bianco e nero i volti dei protagonisti della storia. Tra gli altri capolavori presenti “la Crocifissione”, opera che fece scandalo nell'ambiente fascista dell'epoca per le novità con cui si affrontava un tema dell'iconografia secolare, prima messa all'indice e poi voluta in Vaticano da Paolo VI; il “Caffè Greco”, “l'eroe”, “la pesca del pesce spada”, “i...

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    Last Post by Anna e Vale il 16 Oct. 2012
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  3. La natura di Tiziano

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    Le Gallerie dell'Accademia ospitano "Il Tiziano mai visto. La fuga in Egitto e la grande pittura veneta" dal 29 agosto al 2 dicembre. L'opera viene mostrata dopo 12 anni di restauro ed è considerata il primo capolavoro unico, per la vivacità del paesaggio, ed imponente (misura 206x336 centimetri) del Maestro fiorentino. Dopo il reastauro e la presentazione alla National Gallery di Londra, l'immensa opera fa tappa a Venezia, dove viene esposta assieme a notevoli tele della pittura veneta del Rinascimento e opere europee dello stesso periodo.
    Uscita per la prima volta dopo 250 anni dalla Russia al fine di ridarle nuovo splendore, tornerà subito dopo la straordinaria apparizione italiana nella città fondata da Pietro il Grande, dove rimarrà certamente a lungo. Per questo Venezia è una occasione irripetibile per poter ammirare una tela così unica dove, alla fine del XV secolo, la natura viene rapportata in modo totalmente nuovo rispetto al pesaggio. Infatti Tiziano assieme ad altri maestri del Cinquecento - alcuni dei quali sono presenti: da Giorgione a Bellini, fino ad Albrecht Dürer e Hieronymus Bosch, passando per Lorenzo Lotto, Cima da Conegliano ed altri ancora - aderisce a questo nuovo momento della storia dell'arte. La forza espressiva tra la natura e la figura umana è senza precedenti: in un accostamento di luci e ombre fuse in modo magistrale, tanto che la figura umana è calata perfettamente e naturalmente nel contesto bucolico. La ricerca della profondità e veridicità del colore - il cosidetto colore tonale - è ottenuta da magistrali stratificazioni di colore ed è magistralemnte raggiunta in primis dalla scuola veneta. Questa tecnica fa nascere atmosfere vivide, opere che non sono pura rappresentazione del paesaggio ma vere suggestioni: dove i soggetti sembrano prendere vita. Cercato e tentato con esiti diversi da intere generazioni di artisti, questo nuovo senso di integrazione tra i due elementi è effusa nella mostra veneziana dalle prime sperimentazioni di Giovanni Bellini, dove la natura accoglie icone viventi, al Giorgione, dove paesaggio ed elementi atmosferici diventano i protagonisti della scena e le figure vengono inglobate nel vasto scenario della natura. Questo percorso figurativo trova il suo culmine nell’opera di Tiziano. Influenzato da Albrecht Dürer, l'eccellente fiorentino riesce ad introdurre, in una composizione di impianto classico, un’ambientazione viva e pulsante, priva di schemi precostituiti, che immedesima e mostra passioni e sentimenti umani.
    L’organizzazione di questa straordinaria mostra di Tiziano a Venezia è stata complessa e resa possibile solo dopo un lungo accordo int...

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    Last Post by Anna e Vale il 10 Oct. 2012
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  4. I Picasso di Picasso

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    Palazzo Reale a Milano ospita la mostra “Picasso. Capolavori dal museo nazionale di Parigi” dal 20 settembre al 6 gennaio 2013. Si tratta di 250 opere, capolavori che costituiscono il museo Picasso di Parigi, chiuso per restauri, e molte delle quali mai uscite prima dalla Francia. Sono “i Picasso di Picasso”, quelli che il pittore ha amato di più, che dalla sua collezione personale sono andati al museo. Come ha scritto Anna Baldassarri, curatrice di questa rassegna che girerà il mondo, sono le opere “che costituiscono la trama di una singolare autobiografia, di un diario per immagini che intreccia storia ufficiale e storia privata, che ci consente di entrare nella globalità del suo percorso creativo, cogliendone la logica interiore, offrendoci una visione inedita e illuminante del suo evolversi nel tempo”. Picasso, secondo il grande Italo, è un uomo “che ha espresso il mondo e se stesso in modo totale”. E' stato uno degli autori più prolifici di tutti i tempi. Ha creato un numero elevatissimo di opere, di cui 1885 dipinti, 7089 disegni, 2800 ceramiche, 1228 sculture, 10000 tra incisioni e litografie. Tra le opere presenti ci sono capolavori e opere che sottolineano gli aspetti più intimi di Picasso. Lo stesso Picasso aveva detto “io dipingo esattamente come altri redigerebbe la propria autobiografia. Le mie tele, finite o non risolte, sono come pagine di un diario. Il futuro sceglierà le pagine preferite”. Il rapporto con Milano è stretto. Questa è le terza esposizione dedicata al Michelangelo del XX secolo. La prima avvenne nel 1953. In quella occasione arrivarono opere provenienti da Mosca, Barcellona, e soprattutto dalla collezione privata dell'artista. Picasso inviò opere importantissime come “Paulo nei panni di Arlecchino” del 1924 e “il massacro in Corea” del 1951, opera che non era stata esposta a Roma anche per non urtare la sensibilità degli Stati Uniti, alleati dell'Italia. Ma la mostra passò allo storia per aver ottenuto il prestito di “Guernica”. Picasso aveva dipinto la tela a Parigi nel 1937, subito dopo il bombardamento della cittadina basca, ad opera dell'aviazione di Hitler, alleato del dittatore Franco. L'opera divenne subito manifesto antifascista e poi simbolo di denuncia della barbarie di tutte le guerre. Oggi è conservata a Madrid e non viene prestata. Il genio spagnolo allora acconsentì al prestito a patto che “Guernica” fosse esposta nella sala delle Cariatidi, sala non restaurata, perché l'artista percepì questo ambiente come un potente monito della follia della guerra. Oggi nella sala delle Cariatidi vi è quasi una mostra nella mostra. ...

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    Last Post by Anna e Vale il 10 Oct. 2012
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  5. “VERMEER. Il secolo d'oro dell'arte olandese" alle Scuderie del Quirinale (Roma)

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    A Roma dal 27 settembre al 20 gennaio 2013 nella prestigiosa sede delle Scuderie del Quirinale si è aperta la mostra “Vermeer. Il secolo d'oro dell'arte olandese”, nella quale sono presenti otto capolavori del maestro insieme a cinquanta opere di artisti suoi contemporanei. E' un evento unico perchè, in cento anni di mostre dedicate all'artista, solo sei rassegne hanno ottenuto più di cinque opere del genio in prestito. E' peraltro la prima mostra monografica realizzata in Italia. Otto tele non sono un numero esiguo se si pensa che ad oggi vengono ufficialmente riconosciuti autografi di Vermeer 37 lavori, e di questi solo 26 possono essere prestati e portati. Ci sono i suoi delicatissimi ritratti e le scene di interni intimi, costruiti con perfetti giochi di riflessi, la vera cifra stilistica del pittore di Delft, noto come il maestro della luce olandese. E', infatti, protagonista la luce ipnotica e inconfondibile. Questa è la caratteristica di Vermeer, artista dai riflessi e giochi di luce e ombre impareggiabili, che fissando interni domestici, ed ha scandagliato come pochi altri pittori momenti della condizione umana, che trascendono il tempo per farsi eterno, universale. Le sue tele dai formati piccoli e piccolissimi sono “emozioni durature”, che hanno affascinato gli spiriti più eletti come quello di Proust, che lo considerò il più grande pittore di tutti i tempi e ne fece un protagonista della Recherche idolatrato dai personaggi Swann e Bergotte. Fu proprio la Francia nell'800 a riscoprire l'artista dopo un oblio di un paio di secoli. Le sue opere hanno parlato con le quelle geometrie ai grandi artisti dello scorso secolo, basta citare Mondrian e del contemporaneo Richter, tra i tanti. Poco si conosce della sua biografia, tanto che fu definito, “la sfinge di Delft” da un critico francese che gli dedicò nella seconda metà dell'800 un'appassionata monografia. Nacque nel 1632 a Delft, da protestante si convertì per via delle nozze in cattolico convinto, al punto da sposarne con la fede la rigorosa simbologia pittorica. Si sa con certezza anche che Vermeer lavorò solo su commissione e non dipinse più di due o tre opere l'anno, il giusto per mantenere la moglie Caterina Bolnes, appartenente ad una facoltosa famiglia cattolica e i loro undici figli. In questa rassegna sono presenti opere somme, inserite in un allestimento (dalle basse temperature) che tenta di temperare il gigantismo delle sale con la “piccolezza delle tele”, mitigando i soffitti e proponendo le opere singolarmente su pannelli dal color pastello. Si inizia il percorso con “la stradina” di Vermeer, gioie...

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    Last Post by Anna e Vale il 9 Oct. 2012
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  6. Tramonto eoliano...

    By Anna e Vale il 5 Oct. 2012
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    Edited by Anna e Vale - 8/10/2012, 15:58
    Last Post by Anna e Vale il 5 Oct. 2012
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  7. Benvenuti - Welcome

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    Fashion
    Mostre
    Passeggiate
    By Anna e Vale il 4 Oct. 2012
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    Eccoci all'inizio di questo nostro viaggio sulle strade dell'Arte in Italia, attraverso mostre e passeggiate artistiche, senza dimenticare le altre forme di Arte del nostro Paese ...Si parte!!!

    Edited by Anna e Vale - 5/10/2012, 14:13

    Last Post by Anna e Vale il 18 Aug. 2022
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