E' rientrata in Italia la Tavola Doria, dipinto su tavola del XVI secolo, scomparso dal nostro Paese durante la seconda guerra mondiale. “
La Tavola Doria, rientro di un grande capolavoro” è visibile dal 28 al 13 gennaio 2013 al nella sala della Rampa al Quirinale.
E' un capolavoro che ritorna dopo 70 anni di esilio. Il dibattito sull'attribuzione dell'opera a Leonardo è alto: sarà o non sarà opera del Maestro, frammento della sua famosa Battaglia di Anghiari? La probabilità è alta, ma gli studiosi non si espongono, dopo le affannose e vane ricerche nel Salone dei Cinquecento a Firenze. L'alternativa è che questo dipinto possa essere stato realizzato da un artista toscano di scuola leonardesca. La Tavola Doria rappresenta “
la lotta per lo stendardo” ed echeggia la furia della zuffa, che trascina uomini e cavalli in un vortice di violenza. E' un particolare della Battaglia di Anghiari, celebre e sfortunato affresco del Maestro nel Salone dei Cinquecento a Palazzo Vecchio di Firenze, “coperto” da un'opera successiva del Vasari e di cui, forse invano, si cercano tracce. Che si tratti di un quadro preparatorio del genio o di un dipinto della sua scuola, da oggi il dibattito sull'attribuzione è aperto, con la possibilità di sottoporre a varie analisi e a uno studio ravvicinato la Tavola da parte degli esperti e dei restauratori dell'Opificio delle pietre dure di Firenze, per determinarne l'appartenenza.
Il dipinto è stato rintracciato dal nucleo Carabinieri per la Tutela Patrimonio Culturale ed è rientrato a seguito di un accordo di cooperazione internazionale tra il Ministero per i beni e le attività culturali e il Tokyo Fuji Art Museum, che nel 1992 l'aveva regolarmente comprato in buona fede. Il dipinto ha fatto un lungo viaggio, entrando anche nel mercato clandestino. La sua storia è complessa. E' stato venduto all'asta dalla famiglia genovese Doria nel 1939 e ha lasciato l'Italia nel 1940. Nei decenni successivi l'opera (dimensioni: 85 cm x 110 cm) fu rivenduta svariate volte, facendo un lungo e illegale viaggio in vari paesi, passando da un commerciante svizzero a un altro tedesco, a una galleria d'arte di New York e sottoposta, pure tra il 1967 e il 1969, anche ad un incauto restauro in Germania, sino ad approdare al Tokyo Fuji Art Museum nel 1992. In base all'attuale accordo con i giapponesi l'opera sarà esposta in Italia fino al giugno 2014, p...
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