1. L'incredulità di San Tommaso a Roma alla Galleria Borghese

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    In occasione dell'anno della fede la Galleria Borghese ospita dal 26 marzo al 16 giugno il gruppo statuario dell'Incredulità' di San Tommaso di Andrea del Verrocchio, che faceva parte del ciclo delle quattordici statue della chiesa di Orsanmichele di Firenze. Questo capolavoro in bronzo fu commissionato dal Tribunale di Mercatanzia e risale al 1466-1483. È l'unica scultura del gruppo a non essere a tutto tondo: a parte le teste, si tratta infatti di un altorilievo cavo privo del lato posteriore. Oggi l'incredulita' di San Tommaso si trova conservata all'interno del Museo di Orsanmichele, mentre all'esterno è sostituita da una copia. Il gruppo di Cristo e San Tommaso mostra l'episodio evangelico in cui l'apostolo dubita del Cristo risorto e per questo viene invitato dal Redentore a toccare con mano la sua ferita nel costato. Molto innovativa e' l'idea di rappresentare le figure sacre come in dialogo fra loro in una simulazione teatrale, con Cristo che è rappresentato mentre alza il braccio e discosta la veste per mostrare la ferita al discepolo, che guarda incredulo. Il gruppo venne ben presto ammirato per la felice scelta compositiva, per le espressioni dei protagonisti e per la perizia con il quale si era risolto il problema dell'angusto spazio della nicchia.

    Incredulità_di_San_Tommaso_di_Andrea_di_Cione_detto_il_Verrocchio,_1473_-_1483

    San Tommaso è, infatti, posto un gradino sotto al Cristo, la sua gamba copre la base di una delle colonnine e il suo piede destro esce dalla nicchia, "bucando" lo spazio della rappresentazione. Il panneggio è pesante e cade come se fosse bagnato, secondo un tratto stilistico che venne ripreso anche dall'allievo Botticelli. Durante il restauro si è appurato l'eccellente esecuzione, con la padronanza della tecnica a cera persa che ha permesso un'unica gittata per ciascuna delle figure. Per evitare i difetti in fase di fusione, venne realizzato un alto spessore del metallo, che venne poi rifinito, cesellato e lucidato con una straordinaria cura.

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    Edited by Anna e Vale - 6/9/2013, 15:01
    Last Post by Anna e Vale il 6 April 2013
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  2. A Roma l'Annunciazione del Beato Angelico alla Galleria Borghese

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    Sino al 10 febbraio a Roma nella cornice della Galleria Borghese e' ospitata l'Annunciazione del Beato Angelico arrivata da Cortona, primo di cinque capolavori assoluti di arte sacra che accompagnano il progetto dell’Anno della Fede, per un percorso di meditazione e di bellezza attraverso i contenuti della fede cristiana. Un percorso in cui la fede ispira l’arte e viceversa. L'Annunciazione è una delle tre grandi tavole, su questo tema, dipinte dall’Angelico. Le altre due sono quella del Prado e quella di San Giovanni Valdarno. Furono realizzate tutte intorno al 1430. Come collocazione di questa pala è stata scelta la Galleria Borghese, nata dalla passione per il collezionismo d’arte del cardinale Scipione Borghese, un vero e proprio santuario dell’arte occidentale.

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    A partire dal periodo gotico, il tema dell'Annunciazione e' tra i più frequenti nella storia dell'arte. Si può dire che tutti i pittori si siano cimentati con esso: sia perché il momento dell'incarnazione di Gesù è un passaggio fondamentale nella dottrina della Chiesa, sia perché ad esso erano intitolati un gran numero di confraternite, chiese, cappelle e ordini religiosi, ossia i principali committenti degli artisti. L'annunciazione del Beato Angelico e' anche considerato il primo capolavoro dell'artista, tutto ispirato dalle concezioni architettoniche di Filippo Brunelleschi. Un gioco di perfezione all'insegna della “pala quadrata”, già sperimentata da Masaccio, in cui la sobria cornice impone alla scena centrale l’unità dello spazio governato da precisa prospettiva. L'arioso loggiato rinascimentale incornicia la purezza e la castità della Vergine Maria seduta in preghiera. Per l'Angelico non vi e' contraddizione tra la rappresentazione oggettiva delle cose, tra l'evocazione del creato e la santità dell'immagine. Sotto il porticato rinascimentale, con la fuga del giardino che preannuncia il Paradiso, l’angelo e Maria sono i protagonisti della scena. Angelici entrambi e insieme umanissimi e concreti. Persino tattili, come le magnifiche stoffe dei loro abiti. Angelico, facendo protendere familiarmente uno verso l'altro i volti dei due interlocutori, ha scelto di sottolineare la normalità del miracolo per i puri di cuore. Si scorge il libro aperto, come in Leonardo o nel Pinturicchio, che è un'allusione alla profezia di Isaia.

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    Nella cornice della pala, le piccole immagini di santi posano su solide mensole poste in prospettiva, semplici nel lo...

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    Last Post by Anna e Vale il 6 Feb. 2013
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