1. "Bord de mer" di Gabriele Basilico a Villa Pignatelli a Napoli

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    A Napoli nella cornice di Villa Pignatelli dal 27 ottobre al 6 gennaio 2013 è allestita la mostra di Gabriele Basilico “Bord de mer”, a cura di Achille Bonito Oliva, con il progetto scientifico e il coordinamento di Umberto Zanetti, grazie alla Soprintendenza Speciale per il Patrimonio storico, artistico, etnoantropologico e per il Polo Museale della città di Napoli e gli Incontri Internazionali d’Arte. Achille Bonito Oliva definisce “sguardo speciale” quello di Basilico, uno dei maestri della fotografia italiana ed internazionale. Sono presenti i 27 scatti di grande formato, già proposti nel mondo e dedicati al viaggio che il governo francese commissionò al fotografo milanese nel 1984-85 per “Mission Photographique de la D.A.T.A.R.”. In quasi 40 anni di carriera il grande fotografo ha puntato il suo obiettivo sulla forma e sull'identità delle aree urbane, sullo sviluppo delle metropoli, sui mutamenti in atto nel paesaggio postindustriale contemporaneo, fotografando più di sessanta città del mondo. Una per tutte, la serie di bellissime immagini del 1991 dedicate a Beirut. Un intenso sguardo sulla città bombardata e ferita all'indomani della lunga e sanguinosa guerra civile (1975-1990).

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    Basilico, nato nel 1944 a Milano, è architetto di formazione, ma dagli anni ʼ70 si è dedicato completamente allʼattività di fotografo, concentrando così il suo sguardo sul paesaggio urbano. È considerato uno dei maestri della fotografia contemporanea e insignito di molti premi; e le sue opere fanno parte di prestigiose collezioni pubbliche e private italiane e internazionali.

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    Basilico ripropone a Napoli “Bord de mer”, commentando come sia stato “un viaggio lineare che dalla Francia del Nord, al confine con il Belgio, mi ha condotto prima verso Ovest e poi verso Sud, attraversando tre regioni, sino a toccare il confine tra la Normandia e la Bretagna. (…) L'esperienza è stata cambiare il rapporto di sensibilità con il paesaggio. Ho capito cos'era il concetto di lontano, cos'era la pittura fiamminga, cos'era l'infinito. Abituato fin troppo a fare della fotografia quel che Bresson, miticamente, descriveva come l'istante decisivo, sono riuscito invece, con una camera grande e con la tecnica di utilizzo del cavalletto, a stabilire una nuova lentezza e una ...

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    Last Post by Anna e Vale il 14 Dec. 2012
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