1. Kandinsky e la magia del colore

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    kandiskyLa mostra a Palazzo Blu di Pisa ha il merito di presentare in Italia un Kandinsky poco conosciuto. Sono presenti circa cinquanta opere, provenienti dal Museo di Stato di San Pietroburgo, da Istituzioni Pubbliche russe, dal Centre Pompidou di Parigi e da collezioni private; tutte realizzate durante i primi anni del ‘900. E' protagonista, infatti, il ventennio strategico nella parabola creativa del pittore, dal 1901 - quando Kandinsky aveva già 35 anni e aveva lasciato la carriera di studioso di diritto in Russia per seguire la vocazione di pittore - al 1921, anno in cui fu costretto ad abbandonare per sempre la sua Russia per accettare l’incarico - offertogli da Gropius - di dividere con Paul Klee l’insegnamento al Bauhaus. Questa fase della vita di Kandinsky si rivela cruciale per la sua produzione artistica. Kandinsky in questo periodo è molto fruttuoso, e comincia ad esprimere la sua visione dell’arte: sia come pittore sia come teorico. I colori sono sempre più ricchi. Le linee sempre più semplificate fanno già intuire il percorso che lo porterà all’astrazione e al simbolismo. L'elemento originale della mostra, come anticipato anche dalla curatrice russa, Eugenia Petrova, si presenta nello sforzo di presentare agli occhi del pubblico non solo le opere, ma anche il contesto culturale e la tradizione russa che lo circondano. Vi è una selezione di coloratissimi oggetti tipici russi, insieme a rari oggetti appartenenti alla cultura dello sciamanesimo, raccolti negli stessi anni in cui Kandinsky li appuntava sui suoi taccuini. In una sala, ad esempio, accanto a “Macchia nera”, il dipinto del 1912 con il quale l'artista abbandona ormai ogni riferimento figurativo, si vedono strumenti sciamanici tra i quali un tamburo, raffigurato (la macchia) nello stesso capolavoro. In particolare, si nota l’impressione suscitata in lui dalla ricchezza decorativa delle izbe contadine (le tipiche case rurali costruite con tronchi d’albero) in Siberia che, con i colori accesi, diede loro, come lui stesso disse, la sensazione di “vivere dentro a un quadro”.112015841-4de314a9-1cd8-475f-bd73-b6056a89f031 Le fiabe della tradizione popolare russa, che la zia di Kandinsky conosceva e gli raccontava, produssero nell’artista bambino una delle impressioni più forti, oltre alla musica, ed ebbero su di lui un’influenza enorme.2012_10_13_13_20_08 Ed è da questa atmosfera simbolista, alimentata dalla cultura popolare, che parte il percorso della mostra. Dai suoi primi dipinti "primitivi" - sotto la lezione del simbolista Von Stuck - alle opere del periodo di Murnau, ove entra in contatto con vari pittori, quali: Gabriele Münter, Alexej Jawlensky, Marianne von Werefkin, tutti presenti ...

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    Last Post by Anna e Vale il 24 Oct. 2012
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