San Girolamo nel paesaggio italiano, Rembrandt
Separati quasi da tre secoli di distanza, Rembrandt e Giorgio Morandi si ritrovano affiancati agli Uffizi per la mostra invernale del Gabinetto dei Disegni e delle Stampe, ubicata nella settecentesca Sala della Niobe, “
260 metri quadrati di maestosa neoclassica bellezza, pari alle corti di San Pietroburgo e Vienna” la definì Antonio Paolucci, quando era soprintendente al polo museale fiorentino. Dopo un anno dalla chiusura per lavori urgenti di consolidamento alle strutture voltate che sostengono il pavimento, che nel maggio 2011 si erano resi necessari dopo un improvviso avallamento del piano di calpestio, riapre uno degli spazi più belli pel Palazzo vanvitelliano degli Uffizi con l’esposizione: “
Rembrandt visto da Morandi” curata da Marzia Faietti (direttrice dello stesso Gabinetto) con Giorgio Marini e aperta fino al 18 marzo 2013. I due artisti, olandese il primo e italiano il secondo, sono messi a confronto in quaranta incisioni, divise equamente tra i due maestri.
La Sala delle Niobe nel Palazzo degli Uffizi riaperta dopo il restauro
Morandi, agli inizi della sua formazione autodidattica da incisore, si interessò a Rembrandt. Ma non cercò di copiare le opere del suo predecessore, piuttosto cercò di emulare la tecnica del tratto netto e non l'opulenza tecnica e descrittiva di Rembrandt. Morandi preferisce un’estrema rarefazione della natura, rinunciando a ogni complicata commissione di acquaforte, puntasecca e bulino per puntare quasi esclusivamente, dopo le sperimentazioni tecniche degli anni fra il 1921 e il 1923, sulle acqueforti.
Le tre croci di Rembrandt, 1653.
Nella prima metà del XVII secolo furono gli artisti olandesi a sperimentare questa tecnica, spinti dalla ricerca per ottenere maggiori tonalità e trasmettere più sfumature alle loro stampe, quasi a voler rendere una sorta di eff...
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