1. Alighiero Boetti e Roma al MAXXI

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    Alighiero Boetti, Tutto



    Alighiero Boetti a Roma” è la mostra tributo dedicata dal MAXXI dal 23 gennaio al 6 ottobre 2013 a uno dei nostri artisti più rappresentativi del panorama artistico italiano del secondo novecento. Si rende, così, omaggio a questo indiscusso protagonista dell’arte italiana sia con la mostra sia con l’intitolazione a lui della piazza antistante il MAXXI. L'esposizione, curata da Luigia Lonardelli, ha per protagoniste trenta opere, molte inedite o raramente esposte, che raccontano una stagione creativa straordinaria, alla ricerca di una identità e alla scoperta di mondi lontani e affascinanti. Si prende in esame sia il particolare il rapporto che ha legato Boetti a Roma, sia come la comunità degli artisti della capitale sia stata influenzata dalla sua personalità e infine come i suoi rapporti con l’Oriente siano stati fondamentali per il riemergere di una nuova sensibilità coloristica nel corso degli anni Ottanta. “Una città che diventa per lui il trampolino per l'ignoto e ispirazione per nuovi percorsi creativi”. Boetti aveva “l'illusione che Roma fosse già Palermo e Palermo già Il Cairo”, secondo la sua compagna Annemarie Sauzeau. Considerava, infatti, Roma come un avamposto verso l'Oriente, opposta all'aristocratica Torino, fredda e concettuale, Roma gli offre una libertà creativa insperata, rende possibili percorsi nuovi, individuali e tutti da sperimentare. A Roma rivide cieli tersi e luce piena, quasi coma la luce d'oriente che vivifica ogni colore. Si distaccò dall’Arte Povera e iniziò ad esplorare quei concetti di dualità e molteplicità che diedero vita al famoso “gemellaggio” con se stesso, erano già nati i Viaggi Postali, quelle buste inviate ad amici, parenti e colleghi artisti utilizzando indirizzi immaginari il cui inoltro dava vita a viaggi immaginari.

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    Alighiero Boetti, Mappa, 1989



    E l’idea del viaggio, dell’approccio “altro” al mondo aveva da quel momento in poi permeato la sua produzione. Quando andò in Afghanistan negli anni' 70 la sua vita cambiò. Mosso dall’idea romantica di emulare le avventure di un antenato del XVIII secolo, si installò a Kabul, ove entrò in contatto con la filosofia Sufi, che coltiverà per il resto della vita, e rimase affascinato dalla sapienza degli artigiani afghani. E l'attrazione per l'Afghanistan fu così forte che alla fine della biografia scritta dalla prim...

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    Last Post by Anna e Vale il 31 Jan. 2013
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