1. Carmelo Bene nelle foto di Claudio Abate a Palazzo delle Esposizioni

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    A Roma nel decimo anniversario della scomparsa di Carmelo Bene a Palazzo delle Esposizioni è stata allestita una mostra per pensare all’opera di Carmelo Bene, grande protagonista del teatro italiano contemporaneo, grazie all'ingente archivio delle fotografie di Claudio Abate. L'esposizione è unica, perché sono esposte per la prima volta le foto di scena che il grande fotografo gli scattò nei circa dieci anni d’attività dedicati a Carmelo Bene. Il titolo della mostra “benedette foto! Carmelo Bene visto da Claudio Abate” prende spunto da un fatto realmente accaduto: Carmelo Bene portò in scena Cristro 63, opera andata in scena una sola volta e interrotta da un'irruzione della polizia, per la quale venne accusato di oltraggio al pudore. Fu scagionato dall'accusa grazie alla documentazione fotografica di Claudio Abate. Qualche anno più tardi Carmelo Bene nella sua autobiografia a proposito di quell’episodio e delle foto di Abate che lo scagionarono scrisse: “Benedette Foto!”.

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    Carmelo Bene nello spettacolo Christo del 1963.


    La rassegna propone un percorso fatto di circa 120 fotografie, in bianco e nero e a colori, realizzate in un arco temporale lungo dieci anni, che va dal 1963 al 1973. Sono immagini che mostrano il debutto (e talvolta anche le prove) di una serie di spettacoli teatrali tra i quali, oltre naturalmente a “Cristo 63”, “Faust o Margherita”, “Pinocchio '66”, “Nostra Signora dei Turchi”, “Salvatore Giuliano. Vita di una rosa rossa”, “Don Chisciotte” e “Salomè”. Tutte opere delle quali le foto di Abate - in gran parte inedite - rimangono l'unica testimonianza visiva a tanti anni di distanza. Quella di Carmelo Bene fu una drammaturgia rivoluzionaria dove l’attore diventa creatore. Il corpo dell’attore investe il corpo stesso dell’opera stravolgendola e facendola diventare altro. L’attore diventa una macchina attoriale, che trova nel suo Pinocchio forse la sua migliore sintesi. L'esposizione si chiude con le foto di scena scattate durante le riprese del lungometraggio “Salomè”, tutte a colori, che sottolineano con forza quella che per l'autore è stata «la scommessa del colore, della luce.

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    Last Post by Anna e Vale il 12 Jan. 2013
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