Palazzo Strozzi a Firenze è protagonista l'arte italiana degli anni trenta, un periodo in cui si osserva un'estrema vivacità artistica e propositiva. "
Anni '30 - Arti in Italia oltre il fascismo". Sono gli anni in cui nasce la radio, si afferma il design, e l'idea di uomo moderno, dinamico. Nella politica delle arti il regime si mostrò liberale, lasciando spazio a diversi linguaggi sino al 1938, anno di emanazione delle leggi razziali, con evidenti riflessi sull'“arte di avanguardia” considerata “bolscevizzante e giudaica”. La mostra, attraverso l'esposizione di 96 dipinti, 17 sculture, 20 oggetti di design, si articola in sette sezioni. Si inizia con le scuole dell'arte e i centri dominanti individuati dalla critica: Milano con i capolavori "novecentisti" di Sironi, Martini, Carrà, Funi, Adolfo Wildt; Roma, con Donghi e Mafai; Torino, con Casorati; Trieste, con artisti sorprendenti come Nathan, Bolaffio; e, infine, Firenze, con Soffici, Rosai, Lega e Viani. Poi vi è la sezione dedicata a “i giovani e gli irrealisti”, cioè astrattisti, che mostrano grande libertà di linguaggio. Ci sono i figurativi, ma apertamente antinovecentisti come Sassu, Birolli, il primo Fontana, i "romani" Gentilini, Cagli, Guttuso e Pirandello, e con loro la Scuola di via Cavour (di grande bellezza lo Scipione in mostra); e poi gli altri astrattisti, come Prampolini, Radice e Licini, patrocinati dalla galleria milanese Il Milione. Si passa al tema del viaggio con il gusto europeo degli artisti, che avevano Berlino e Parigi come punto di riferimento, sino ad arrivare alla sezione dell'arte pubblica con i bozzetti e i disegni preparatori delle costruzioni monumentali. Sui valori dell’arte pubblica si fanno interpreti in mostra Sironi e Lucio Fontana con il suo straordinario “Fiocinatore” in gesso colorato realizzato per il mercato del pesce di Milano. Il tema dell'arte pubblica è molto dibattuto. Il design dimostra la prova di modernizzazione compiuta dall'Italia degli anni '30, con la nuova estetica rigorosa ed essenziale e i nuovi materiali, funzionali alla riproduzione degli arredi in grande scala, qui messi a confronto con gli oggetti preziosi di Gio Ponti e di Fontana. Non manca una sezione dedicata al contrasto tra avanguardie e tradizione, dopo l'etichetta di “arte degenerata” data alla prima corrente dai nazisti saliti al potere. Vi è, infine, anche una carrellata di immagini di interni tratte da fotografie e film d'epoca e un'ultima incentrata su Firenze, incrocio di pittura, poesia, musica....
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