1. La primavera del Rinascimento a Firenze

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    Nella cornice di Palazzo Strozzi a Firenze e' allestita l'eccezionale mostra "La primavera del Rinascimento. La scultura e le arti a Firenze, 1400-1460", aperta dal 23 marzo al 18 agosto prima di trasferirsi, a settembre, nel museo parigino. Si caratterizza per la ricchezza con le 140 opere esposte, oltre che per la novità della prospettiva con cui inquadra questo periodo dell'arte italiana. E ' frutto di una collaborazione tra il Palazzo Strozzi e il Louvre, avviata gia' da quattro anni per volontà del direttore del museo parigino Henri Loyrette. L'esposizione e' incentrata quasi interamente sulla scultura, arte che per prima si è fatta interprete della rivoluzione rinascimentale, restituendo a Firenze l’origine di un fenomeno artistico unico e irripetibile. I curatori della mostra Beatrice Paolozzi Strozzi e Marc Bormand hanno così commentato: “dei quattro artisti fondatori del rinascimento insieme al Brunelleschi tre sono scultori, Donatello, Lorenzo Ghiberti, Luca della Robbia. La scultura è, con l'architettura, l'espressione più conservata dell'arte classica e perciò non stupisce che sia stata la scultura a farsi interprete per prima della nuova civiltà. Ne consegue la scelta di focalizzare il suo ruolo di "avanguardia del Rinascimento" illustrandolo in dieci sezioni, attraverso opere di scultura e non solo”.
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    Donatello, San Ludovico da Tolosa, 1422-1425.

    A conferma del primato cronologico della scultura spiegano i curatori: "nel 1416, quando Donatello scolpisce il San Giorgio per Orsanmichele quasi come un manifesto tanto estetico quanto morale dell'età nuova e inventa nella predella (la magnifica e imprescindibile predella è stata prestata dal Museo del Bargello) lo "stiacciato" prospettico, Masaccio è un ragazzo di quindici anni e non ha ancora cominciato a dipingere". Sono presenti, così, i due capolavori, le formelle raffiguranti il sacrificio di Isacco realizzate da due giovanissimi Ghiberti e Brunelleschi per il concorso del 1401 che avrebbe assegnato al vincitore la porta nord del Battistero. Inizia da qui un vero e proprio viaggio nella bellezza, attraverso Donatello, Andrea del Castagno, Michelozzo, Mino da Fiesole, Desiderio da Settignano, Paolo Uccello, Dello Delli, ritenuto uno degli artisti più misteriosi del Rinascimento, o Luca della Robbia con le sue commoventi Madonne.
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    Last Post by Anna e Vale il 3 April 2013
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  2. Gli anni '30 a Palazzo Strozzi

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    1_17-Donghi-Donna-al-caffe-Ca-Pesaro_120709112121_120827030038 Palazzo Strozzi a Firenze è protagonista l'arte italiana degli anni trenta, un periodo in cui si osserva un'estrema vivacità artistica e propositiva. "Anni '30 - Arti in Italia oltre il fascismo". Sono gli anni in cui nasce la radio, si afferma il design, e l'idea di uomo moderno, dinamico. Nella politica delle arti il regime si mostrò liberale, lasciando spazio a diversi linguaggi sino al 1938, anno di emanazione delle leggi razziali, con evidenti riflessi sull'“arte di avanguardia” considerata “bolscevizzante e giudaica”. La mostra, attraverso l'esposizione di 96 dipinti, 17 sculture, 20 oggetti di design, si articola in sette sezioni. Si inizia con le scuole dell'arte e i centri dominanti individuati dalla critica: Milano con i capolavori "novecentisti" di Sironi, Martini, Carrà, Funi, Adolfo Wildt; Roma, con Donghi e Mafai; Torino, con Casorati; Trieste, con artisti sorprendenti come Nathan, Bolaffio; e, infine, Firenze, con Soffici, Rosai, Lega e Viani. Poi vi è la sezione dedicata a “i giovani e gli irrealisti”, cioè astrattisti, che mostrano grande libertà di linguaggio. Ci sono i figurativi, ma apertamente antinovecentisti come Sassu, Birolli, il primo Fontana, i "romani" Gentilini, Cagli, Guttuso e Pirandello, e con loro la Scuola di via Cavour (di grande bellezza lo Scipione in mostra); e poi gli altri astrattisti, come Prampolini, Radice e Licini, patrocinati dalla galleria milanese Il Milione. Si passa al tema del viaggio con il gusto europeo degli artisti, che avevano Berlino e Parigi come punto di riferimento, sino ad arrivare alla sezione dell'arte pubblica con i bozzetti e i disegni preparatori delle costruzioni monumentali. Sui valori dell’arte pubblica si fanno interpreti in mostra Sironi e Lucio Fontana con il suo straordinario “Fiocinatore” in gesso colorato realizzato per il mercato del pesce di Milano. Il tema dell'arte pubblica è molto dibattuto. Il design dimostra la prova di modernizzazione compiuta dall'Italia degli anni '30, con la nuova estetica rigorosa ed essenziale e i nuovi materiali, funzionali alla riproduzione degli arredi in grande scala, qui messi a confronto con gli oggetti preziosi di Gio Ponti e di Fontana. Non manca una sezione dedicata al contrasto tra avanguardie e tradizione, dopo l'etichetta di “arte degenerata” data alla prima corrente dai nazisti saliti al potere. Vi è, infine, anche una carrellata di immagini di interni tratte da fotografie e film d'epoca e un'ultima incentrata su Firenze, incrocio di pittura, poesia, musica....

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    Last Post by Anna e Vale il 30 Oct. 2012
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