1. Angiolo D'Andrea al Palazzo Morando di Milano

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    A Milano nel centralissimo Palazzo Morando e' ospitata l'esposizione “Angiolo D’Andrea. La riscoperta di un maestro tra Simbolismo e Novecento” dall’8 novembre al 17 febbraio 2013. La ricca retrospettiva milanese, curata da Luciano Caramel, riscopre l’attività dell'artista di origini friulane e milanese d’adozione. Nacque, infatti, a Rauscedo in provincia di Pordenone nel 1880, per tornare a morirvi, malato e ormai fuori dal giro, nel novembre 1942. Eppure proprio in Lombardia, e a Milano, D’Andrea, che era un pittore aperto all’integrazione delle arti e attento in particolare all’architettura, svolse tutta la sua attività, lontano dalla ribalta, schivo e introverso, ma non per questo meno incisivo nei fermenti artistici di quegli anni. Nei primi decenni del ’900 Angiolo D’Andrea aveva ricevuto lusinghieri riconoscimenti di critica e di mercato, soprattutto a Milano, ove aveva esposto nella prestigiosa Galleria Pesaro e in altre sedi importanti. E sempre a Milano aveva realizzato anche le decorazioni di palazzo Berri Meregalli in via Cappuccini e i mosaici del bar “Camparino” in galleria Vittorio Emanuele, tra il 1922 e il 1925, che evidenziano l’evoluzione di mezzi e stili avvenuta nel decennio trascorso. A metà degli anni Venti D'Andrea cadde nell'ombra, forse per la sua netta opposizione agli inquadramenti del regime fascista, o forse più semplicemente perché cambiarono i gusti. Fatto sta che D'Andrea si isolò nel suo mondo e si ammalò nei primi anni Quaranta, decidendo di tornare nel paese di origine. Le opere ancora invendute, raccolte nello studio, vennero comprate in blocco da un colto imprenditore friuliano del ramo farmaceutico, Elio Bracco, su suggerimento del comune amico Riccardo Fontana. D'angiolo l'anno successivo morì. Bracco non solo preparò un catalogo generale dell'artista friulano, ma progettò una mostra postuma in suo omaggio che mai si fece, e che ora con la nipote Diana si realizza.
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    Per quest'occasione sono esposte centocinquanta opere tra dipinti, disegni e decorazioni architettoniche, che provengono in gran parte dalle collezione della stessa famiglia triestina a Bracco, cui si aggiungono una quindicina di opere provenienti da vari musei, tra cui il Mart di Rovereto, dal Museo di Milano, dal Museo del ’900, dalla Galleria d’arte moderna Ricci Oddi di Piacenza. D’Andrea, artista di tradizione realista, non attratto dalle avanguardie futuriste né poi ufficialmente partecipe del successivo affermarsi del “Novecento”, si distinse nei suoi paesaggi, ritratti e nature morte per l’acceso cromatismo, all’inizio con soluzioni divisioniste e accenti simbolisti e liberty, particolarmente evidenti nelle opere di soggetto sacro.
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    Last Post by Anna e Vale il 22 Jan. 2013
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