1. Corcos e La Belle Epoque a Padova

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    La poesia femminile e l'avanguardia della nuova donna dei primi del novecento approdano nel Palazzo Zabarella a Padova con la mostra dedicata a "CORCOS - I sogni della Belle Époque" fino al 14 dicembre!

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    Vittorio Corcos, Sogni, 1896, Galleria Nazionale d'Arte Moderna e Contemporanea di Roma


    L’antologica più completa mai dedicata al pittore livornese presenta oltre 100 dipinti: dai suoi più noti capolavori a cui sono affiancate numerose opere inedite. L’esposizione, curata da Ilaria Taddei, Fernando Mazzocca e Carlo Sisi, mostra Matteo Vittorio Corcos - uno dei pittori più raffinati a cavallo di Otto e Novecento. Dalla Toscana alla Francia, ha ritratto le dame dell’alta borghesia, ha donato un tocco di eleganza ad ogni donna che ha ritratto. Raggiunse già una notevole fama per la sua capacità, non solo di dare un realismo dettagliato estetico, ma di insistere sull’importanza della cultura nel mondo femminile: molte delle donne che si vedono in mostra hanno in mano un libro, elemento fortemente simbolico (al di là del messaggio pedagogico, nella pittura spesso il libro indica la fecondità, la lungimiranza, la riflessione). Ugo Ojetti, nel 1933, ebbe modo di scrivere: «Chi non conosce la pittura di Vittorio Corcos? Attenta, levigata, meticolosa, ottimistica: donne e uomini come desiderano d’essere, non come sono». E e Cipriano Efisio Oppo, nel 1948, dice di lui: “Una pittura chiara, dolce, liscia, ben finita: la seta, seta, la paglia, paglia, il legno, legno, e le scarpine lucide di copale, lucide come le so fare soltanto io, diceva Corcos”.
    I visitatori saranno accolti dall’unico Autoritratto realizzato nel 1913 per la serie dei ritratti di artisti della Galleria degli Uffizi di Firenze, a fianco del Ritratto della moglie, conservato al Museo Giovanni Fattori di Livorno.

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    Vittorio Corcos, Jole Biaggini Moschini, 1904


    In particolare però, il percorso ruota attorno al grande capolavoro "Sogni", proveniente dalla Galleria d’Arte Moderna di Roma. Si tratta del ritratto, davvero particolare per l’epoca, di una ragazza moderna: Elena Vecchi. Grazie alla forza del gesto e dello sguardo, come alla suggestiva ambientazione, è diventato l’immagine più emblematica della cosiddetta Belle Époque di cui ben rappresenta l’atmosfe...

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    Last Post by Anna e Vale il 18 Oct. 2014
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  2. L'invenzione del Rinascimento attraverso Pietro Bembo

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    Il 2 Febbraio ha aperto i battenti a Palazzo del Monte la mostra "Pietro Bembo e l'invenzione del Rinascimento" che riporterà a Padova, dopo cinque secoli, i capolavori della collezione che l’intellettuale veneto, poi divenuto cardinale, aveva riunito nella propria casa, ancora esistente nell’attuale via Altinate. La mostra sarà aperta fino 19 maggio, curata da Guido Beltramini, Davide Gasparotto e Adolfo Tura, è guidata da un consiglio scientifico presieduto da Howard Burns, dove siedono Giovanni Agosti, Davide Banzato, Guido Beltramini, David Alan Brown, Matteo Ceriana, Marco Collareta, Caroline Elam, Massimo Firpo, David Freedberg, Davide Gasparotto, Fabrizio Magani, Paola Marini, Arnold Nesselrath, Alessandro Nova, Pier Nicola Pagliara, Fernando Rigon, Vittoria Romani, Salvatore Settis, Adolfo Tura e Claudio Vela.

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    Una sala allestita per la mostra


    Pietro Bembo nacque a Venezia il 20 maggio 1470 (e morirà a Roma 18 gennaio 1547) da un'antica famiglia patrizia. Ancora bambino, seguì il padre a Firenze, dove imparò ad apprezzare il dialetto toscano. Il suo esordio letterario avvenne con la pubblicazione del dialogo latino "De Aetna". In seguito sarà a Ferrara, dove conobbe il Mantegna e successivamente a Urbino, dove incontrerrà il giovane Raffaello, il Perugino e Gian Cristoforo Romano. Si laureò all'Università di Padova e fece ulteriori studi alla corte di Ferrara, dove incontrò Ludovico Ariosto e Lucrezia Borgia, con la quale ebbe una relazione. Nel 1513 seguì Giulio de' Medici - il futuro papa Clemente VII - a Roma, dove Papa Leone X lo volle come suo segretario e plenipotenziario. In questo periodo entrò in contatto con molti artisti, come Michelangelo e Tiziano, e ne promosse e supportò il lavoro. Divenne un cardinale; ma fu altresì scrittore, grammatico e umanista italiano. Regolò per primo, in modo sicuro e coerente, la lingua italiana. Era cioè una mente poliedrica: curioso, avido di sapere e di conoscere. Fu uomo simbolo ed emblema rappresentativo di tutta la cultura di un’epoca. Fu anche storiografo e Bibliotecario della Repubblica veneta. Forse anche per questo era capace di sapere individuare in un determinato artista, le capacità di uomo rinascimentale: uomo di scienza e di cultura, capace di esperire al massimo il compito affidatogli.

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    Last Post by Anna e Vale il 24 Feb. 2013
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  3. A Padova Giuseppe De Nittis

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    Dal 19 gennaio al 26 maggio 2013 a Padova nella cornice di Palazzo Zabarella e' allestita la bella mostra “De Nittis”, dedicata al più grande pittore - insieme a Boldini - degli Italiens de Paris. Giuseppe De Nittis ha saputo reggere il confronto con Manet, Degas e con gli Impressionisti con cui ha condiviso, pur nella diversità del linguaggio pittorico, l’aspirazione a rivoluzionare l’idea stessa della pittura, scardinando la gerarchia dei generi, nel raggiungimento di quell’autonomia dell’arte che sta alla base della modernità. De Nittis, come i francesi, ha affrontato gli stessi temi: il paesaggio, il ritratto e la rappresentazione della vita moderna, catturata tra le strade delle due metropoli che erano in quegli anni le grandi capitali dell’arte e della mondanità: Parigi e Londra.
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    Giuseppe De Nittis, la National Gallery e la chiesa di Saint Martin a Londra,1877
    Nell'esposizione, curata da Emanuela Angiuli e da Fernando Mazzocca, risalta il suo stile unico e inconfondibile, capace come pochi di riflettere lo spirito del tempo, colto da un osservatorio privilegiato, come era quello di Parigi tra la fine del Secondo Impero e i nuovi fasti mondani della Terza Repubblica. In virtù del suo fascino e della sua capacità di intrattenere, la sua casa parigina diventò il punto d’incontro di intellettuali e artisti: come Zola, Oscar Wilde, Daudet, Dumas figlio, i Goncourt, Manet, Degas.

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    Giuseppe De Nittis, Westminster, 1878


    Nella sua straordinaria avventura pittorica, De Nittis riusciva continuamente a catturare motivi, sia dalla natura ritratta en plein air – dalle campagne della Puglia, alle pendici del Vesuvio, alle rive della Senna e del Tamigi – sia dalla vita che scorreva frenetica lungo i boulevard o gioiosa nei parchi e nei santuari della mondanità: come gli ippodromi o il celebre salotto della principessa Matilde.

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    Last Post by Anna e Vale il 30 Jan. 2013
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