In occasione del centenario della nascita di Afro Basaldella Roma ospita sino al 6 gennaio 2013 la mostra"
Afro. Dal progetto all'opera.1951-1975", a cura di Barbara Drudi, presso il Museo Carlo Bilotti all’Aranciera di Villa Borghese. Afro Basaldella, definito da Cesare Brandi come "uno dei piu' grandi artisti del novecento”, pittore “surrealista-astrattista” che da Udine (nato nel 1912) si trasferisce nella capitale, dove entra in contatto con la Scuola romana, per poi raccogliere consensi a New York. Ed è proprio il territorio americano a fornirgli i soggetti reali da cui partire per dar libero sfogo alla sua pittura astratta, che per un periodo si avvicina al “surrealismo action” di Jackson Pollock.
Studio per la caccia subacquea, 1955
La caccia subacquea, tecnica mista, 1955
Sono esposte 37 opere, da quelle più piccole a quelle più grandi, dal progetto iniziale al finito, per illustrare le diverse fasi di concezione ed elaborazione dei dipinti di Afro: il passaggio dal disegno preparatorio, attraverso progetti più complessi e articolati, fino alla versione definitiva del quadro. Afro nasce figurativo, poi si lascia sedurre dal neocubismo e dalla metafora per approdare -dopo straordinari successi internazionali- all’astrazione pura. E' un artista che ha attraversato il '900 e ne ha descritto gli umori con tutti i suoi inganni, le tragedie, le speranze e le contraddizioni e alla fine ha trovato narrazione solo nell’interiorità. Emblematico in questo senso il “Grande nero”, opera della maturità, in cui il titolo del quadro è del tutto slegato all’immagine rappresentata, ma è pura evocazione. Nella mostra si parte da un soggetto americano, da “Negro della Louisiana” (1951), affiancato da un disegno preparatorio a carboncino delle stesse dimensioni che ne descrive il primo approccio. Quello che colpisce è l'identico accavallarsi delle linee che compongono la figura “futurista”, poi inondata, nell'edizione definitiva, dai colori.
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