1. Berengo Gardin alla Casa dei Tre Oci a Venezia

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    Gianni Berengo Gardin, Venezia 1960.

    A Venezia nella scenografica cornice della Casa dei Tre Oci, splendida testimonianza dell'architettura veneziana di inizio '900 realizzata da De Maria, ospita, in anteprima internazionale, la retrospettiva di Gianni Berengo Gardin, uno dei più grandi fotografi italiani. Questa e' la più completa antologica del maestro con 130 fotografie, che ripercorrono la carriera del grande maestro italiano che più di altri, ha saputo rinnovare il linguaggio visivo del nostro Paese: Venezia e Milano, i manicomi e la legge Basaglia, la Biennale d'arte di Venezia e gli zingari, il fondamentale reportage intitolato Dentro le case e New York, Vienna, la Gran Bretagna per finire con la straordinaria esperienza con il Touring Club che lo spinge a scoprire gli angoli più disparati del nostro paese, fino a quelle fotografie rimaste inedite e ora presentate per la prima volta.
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    Gianni Berengo Gardin, piazza San Marco, Venezia 1959.

    E', dunque, una mostra ricca, curata da Denis Curti, direttore artistico della stessa casa dei Tre Oci. Sono state selezionate le fotografie tra centinaia di stampe in bianco e nero dell'immenso archivio privato, per rileggere, quindi, tutti i suoi scatti, compresi quelli inediti o ritrovati. Gianni Berengo Gardin e' un attento osservatore del quotidiano, un autore che ha immortalato la storia d'Italia in oltre un milione di scatti.
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    Gianni Berengo Gardin, Lido di Venezia, 1958.

    Ha preferito il bianco e nero, perché secondo il maestro "il colore distrae il fotografo e chi guarda". Si vede la passione per le strade, per le persone incontrate per caso,per gli abbracci rubati al quotidiano. Queste fotografie sono capaci di evocare vite semplici e preziose, che attraversano campi e piazze, raccontano la storia ed i sentieri della vita, come archetipi dell'immaginario italiano, capace di diventare subito familiare. Sono sempre immagini reali: persone, oggetti, primi piani, monumenti storici. Nella fotografia di Gianni Berengo Gardin le figure umane raccontano attimi di una vita sospesa, senza tempo, in una tradizione di tranquilli gesti quotidiani che fanno innamorare di questo artista, per le emozioni che ci trasmette.

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    Last Post by Anna e Vale il 17 Mar. 2013
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