1. On Space Time Foam: la bolla di Tomás Saraceno all'Hangar Bicocca di Milano

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    Sino al 17 febbraio a Milano nel Cubo dell’Hangar Bicocca, tre membrane plastiche e trasparenti si gonfiano, sospese a 16 metri d’altezza. E' una creazione di Tomás Saraceno, artista e architetto argentino, la cui fama internazionale è legata a installazioni visionarie e sorprendenti, praticabili dal pubblico e in grado di modificare la percezione degli spazi architettonici. Le sue opere, ispirate alla tradizione dell’architettura utopista del ‘900, nascono dal desiderio di creare strutture aeree abitabili dall’uomo, energeticamente autosufficienti e a basso impatto. Infatti, e' un gigantesco polmone artificiale, trasparente e multistrato di circa 1.200 mq complessivi che, nel gonfiarsi, restituisce forma a una cupola instabile, posta a 16 metri d’altezza, realizzata con membrane di pellicola trasparente di 5 mm di spessore che formano 3 livelli praticabili dai visitatori. Ogni variazione di movimento, di respiro, di temperatura corporea influenza l’ambiente, composto al 99% di sola aria.

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    La struttura è stata progettata dall’artista argentino insieme a un gruppo di ingegneri della Lindsrand Technologies, azienda leader nel settore aerospaziale, e realizzata grazie al supporto della Pirelli. Le volumetrie dinamiche di On Space Time Foam, infatti, modificano tre resistenti membrane plastiche che, sovrapposte le une alle altre, riuniscono in sé la rappresentazione di stati liquidi, solidi e gassosi della forma. Si domina gravità e materia. Poche persone, dunque, fluttuano, camminando su questa cupola organica di 1.200 metri quadrati. Lo spazio altera ogni rapporto di responsabilità della distanza.

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    Tomás Saraceno, ha commentato la sua opera, affermando: “quello che la gente vivrà, o semplicemente vedrà, quando attraverserà l’installazione nel Cubo, sarà una sorta di Internet fisico, solido. Uno spazio di relazione e interazione all’interno del quale le persone percepiranno fisicamente la responsabilità della loro vicinanza nei confronti di altri e di ciascun movimento che decideranno di compiere”.

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    Saraceno ha tra i principi ispiratori del suo lavoro il superamento delle barriere geografiche, fisiche, comportamentali, sociali; la ricerca di modalità di vita sostenibili per l’uomo e per il pianeta; l’incontro e lo...

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    Last Post by Anna e Vale il 15 Feb. 2013
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  2. Alberto Garutti al Padiglione di Arte Contemporanea di Milano

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    Alberto Garutti, Come se la natura avesse lasciato fuori gli uomini, 2005. Villa Manin, Codroipo

    Sino al 3 febbraio 2013 al PAC, Padiglione d’Arte Contemporanea, di Milano è allestita la mostra “Alberto Garutti. Didascalia/Caption”, la prima retrospettiva dell’artista italiano tra i più rilevanti della scena artistica contemporanea. La mostra, curata da Paola Nicolin e Hans Ulrich Obrist, presenta oltre trenta opere di differente natura: una serie di lavori storici, una nuova produzione concepita appositamente per il PAC, alcune riattivazioni di opere recenti e i modelli di progetti mai realizzati. L’esposizione è attraversata da una molteplicità di linguaggi che vanno dalla fotografia alla scultura, dalla scrittura all’installazione, dal disegno al suono, dal video alla pittura, dalla conversazione all’insegnamento. Il percorso espositivo traccia così, per la prima volta, l’evoluzione della ricerca dell’artista dagli anni Settanta ad oggi. Nel corso di più di trenta anni di carriera, il suo lavoro testimonia un’attenzione crescente per la relazione tra la produzione di oggetti e il loro relazionarsi nello spazio sociale. Garutti, autore di alcuni tra i più efficaci progetti di arte pubblica in Italia e in Europa, a partire dalla fine degli anni Settanta ha rielaborato in forma autonoma e laterale la matrice concettuale e figurativa della generazione precedente.
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    Alberto Garutti, Madonna, 2007. Scultura in ceramica con dispositivo elettrico di termostatazione

    Se l’intreccio di mercato e committenza è al centro di lavori come “Campionario” - una serie di stampe digitali su fondo monocromo, iniziate nel 2007, sulle quali una sottile linea nera ricama distanze e relazioni tra luoghi della città cari al potenziale collezionista - è in “Orizzonti” - dipinti su vetro in bianco e nero, realizzati a partire dal 1987, di diverse dimensioni e misure, ognuno dei quali porta il nome del suo committente - che Garutti testimonia l’interesse per la sfera di relazioni sentimentali e professionali che formano “l’orizzonte vero della mia vita”. A partire dalla metà degli anni ’90 in poi, l’artista affianca al tema della relazione tra opera e committente l’interesse per la definizione di una metodologia critica nella produzione dell’opera d’arte in uno spazio pubblico. Il ruolo dell’artista nella città diventa così un nodo cruciale della sua pratica. Attraverso la realizzazione di lavori-manifesto come quello realizzato a Peccioli tra il 1994 e il 1997 – dove l’intervento dell’artista è consistito nel restaurare la facciata del teatro del borgo vicino a Pistoia e nell’installare una didascalia in pietra che recita “Dedicato ai ragazzi e alle ragazze che in questo piccolo teatro si innamorarono” – o come “Ai Nati Oggi” – realiz...

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    Last Post by Anna e Vale il 1 Feb. 2013
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  3. New Future: tredici giovani artisti per Art City Bologna
    New! Arte Fiera Bologna 2013!

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    Dal 18 gennaio al 17 febbraio 2013 nella cornice del settecentesco Palazzo Poggi, sede del Museo di Arte e Scienza di Bologna, sono accolti tredici interventi site-specific realizzati da giovani artisti nell’ambito della mostra collettiva New Future. Il progetto espositivo, a cura di Manuela Valentini, è stato prodotto per Art City Bologna, il programma di iniziative istituzionali promosse da Comune di Bologna e BolognaFiere, che affianca la trentasettesima edizione di Arte Fiera con l’obiettivo di valorizzare il patrimonio storico-artistico della città di Bologna. In un affascinante dialogo con la storia del palazzo che all’inizio del Settecento fu tramutato in un centro di ricerca e diffusione del sapere scientifico, le opere d’arte contemporanea convivono con le collezioni permanenti del Museo, esposte nelle sale affrescate da alcuni grandi pittori del passato come Pellegrino Tibaldi e Prospero Fontana. I giovani artisti hanno firmato interventi site specific, in dialogo con la storia del palazzo e disseminati per il museo, quasi a invitare il visitatore a una sorta di caccia al tesoro per distinguere reperti archeologici, minerali e strumenti di studio che fanno parte del patrimonio del museo, dalle opere contemporanee.
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    Una mostra nella mostra, dunque, che incoraggia il visitatore a muoversi liberamente attraverso le stanze, in una "caccia al tesoro" di opere inaspettate in posti inaspettati. Gli artisti esposti sono stati selezionati dalla curatrice Manuela Valentini in seguito alla loro partecipazione al World Event Young Artist di Nottingham (UK) svoltosi nel settembre 2012, che ha celebrato l'incontro di talenti creativi provenienti da tutto il mondo, d’età compresa tra i 18 e i 30 anni nell'ambito del programma delle Olimpiadi Culturali. I lavori selezionati sono di tredici giovani artisti visivi di area europea e mediterranea: Akram Al Halabi (Siria), Muna Amareen (Giordania), Igor Bošnjack (Bosnia & Erzegovina), Karmil Cardone (Italia), Fabrizio Cotognini (Italia), Zoe Giabouldaki (Grecia), Tzion Abraham Hazan (Israele), Alexandros Kaklamanos (Grecia), Jessica Lloyd-Jones (UK), Giulia Manfredi (Italia), Laura Skocek (Austria), Moussa Sarr (Francia) e Martin Vongrej (Slovacchia). Sono rappresentati Paesi che alle volte sono più vicini per questioni geografiche che per mentalità. Pertanto, l’obiettivo della collettiva è attivare relazioni sfruttando la potenza comunicativa dell’arte. New Future non si limita a costituire un ponte tra le diverse culture ma punta anche a generare processi in evoluzione e situazioni più ampie che vanno ben oltre alla semplice rappresentazione dell’opera d’arte. Si tratta quindi di una mostra che non vuole dedicarsi esclusivamente a tematiche scientific...

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    Last Post by Anna e Vale il 26 Jan. 2013
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  4. Arte Fiera Bologna 2013
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    E' la grande arte italiana a caratterizzare questa trentasettesima edizione di Arte Fiera a Bologna dal 25 al 27 gennaio 2013. Tutto il novecento si mette in mostra per i visitatori, i collezionisti, i direttori dei maggiori musei di arte contemporanea e gli appassionati. Arte Fiera si conferma come la più importante e completa manifestazione per il sistema italiano dell’arte, un punto di osservazione privilegiato attraverso le proposte artistiche delle gallerie italiane e internazionali presenti. Sono, infatti, presenti 135 gallerie, oltre 1100 artisti, un grande panorama nonostante la crisi, due mostre. E' tutta Bologna che diventa panorama d'arte in questi giorni con 50 eventi collaterali e la preparazione di una notte bianca sabato che offrirà' sabato una città' completamente diversa e aperta all'arte per i visitatori. La direzione artistica di Arte Fiera 2013 quest'anno e ' affidata a due direttori artistici Giorgio Verzotti per l’arte contemporanea e Claudio Spadoni per l’arte moderna.
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    Le avanguardie italiane sono come sempre molto rappresentate in Fiera (da Fontana e Manzoni fino alle conferme dell’Arte Povera e della Transavanguardia). In questo panorama una prima novità e' la mostra Italian Stories che, con le opere selezionate tra quelle presentate dalle Gallerie presenti ad Arte Fiera, vuole rileggere la storia dell’arte italiana a partire dal punto di vista delle due curatrici invitate ad organizzare la mostra, Laura Cherubini e Lea Mattarella. Un’altra novità è rappresentata dalla nuova sezione Solo Show realizzata da Gallerie che propongono progetti espositivi focalizzati esclusivamente alle opere di un unico artista. Il Comitato di indirizzo artistico ha selezionato con cura – fra le proposte delle gallerie espositrici - gli artisti che daranno vita a questo nuovo percorso artistico di Arte Fiera. Così i curatori Giorgio Verzotti e Claudio Spadoni hanno commentato questa edizione: “Possiamo pensare a Bologna come alla Fiera dedicata al “genio italiano” inteso come un insieme di valori ampiamente riconosciuto e che va difeso con decisione, soprattutto in epoche di crisi come l’attuale. Nel mondo, l’arte italiana dal Novecento ad oggi continua a riscuotere la massima attenzione, come dimostrano, ormai da diversi anni, i risultati delle aste internazionali relativamente a maestri contemporanei. Ma è soprattutto dall’attività espositiva di gallerie e musei che misuriamo il riconoscimento dell’arte italiana da parte di importanti istituzioni. Arte Fiera 2013 riflette queste eccellenze: le nostre avanguardie storiche sono sempre state un suo punto di forza e ne fanno ancor oggi l’appuntamento più importante nel novero delle fiere italiane...

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    Last Post by Anna e Vale il 25 Jan. 2013
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  5. Al Castello Sforzesco l'homo faber. Il ritorno del fare nell'arte contemporanea

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    Nell'affascinante cornice del Castello Sforzesco a Milano e' allestita la mostra “Homo Faber. Il ritorno del fare nell'arte contemporanea” sino al 6 gennaio 2013, in cui sono esposti i lavori realizzati da oltre trenta artisti contemporanei, noti a livello nazionale e internazionale. Queste creazioni, così, dialogano con i tesori del Castello collocati nelle sale della Rocchetta. L’obiettivo della mostra, curata da Mimmo Di Marzio in collaborazione con Nicoletta Castellaneta, e' quello di mettere in relazione il presente con il passato, sottolineando il legame concettuale e formale che si istituisce fra le opere realizzate a partire dal Medioevo e i linguaggi dell’arte contemporanea. Il fattore comune alle creazioni artistiche messe a confronto sono la dedizione alla tecnica e la conoscenza dei materiali, aspetti che mettono in luce l’avvicinamento dell’arte odierna al recupero della manualità.

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    Emerge, così, nell’artista contemporaneo la volontà di riscoprire e tradurre con espressioni artistiche attuali il ruolo di “homo faber”, artigiano ed esperto conoscitore dei materiali, attento al primato della tecnica sul concetto, intento a dimostrare la predominanza dell’uomo sulla materia. Il ritorno all'artigianalità, soprattutto nell'arte, è l'antidoto al declino della società vittima della globalizzazione. L'arte abbandona infatti la cosiddetta “aurea di sacralità” di cui è sempre stata investita per ritornare a una dimensione di materialità e di quotidianità. Si avvicina all'uomo e instaura con lui un dialogo alla pari.

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    Davide Nido, Onda Frattale, 2012, Courtesy Galeria Roberta Lietti Arte contemporanea, Como


    È interessante notare questo recente ritorno alla manualità, proprio negli anni in cui la tecnologia ha compiuto enormi progressi. La consapevolezza dell’importanza che assume “il fare” si traduce in opere dagli innovativi linguaggi che contrastano, comunicano e insieme si riconciliano con il fascino dell’antichità, rappresentato dalle collezioni permanenti del Castello. Il contrasto interessante tra passato e presente sta proprio nella scelta della sede espositiva, ossia il Castello Sforzesco, luogo simbolo della cultura e delle bellezze medievali. Scrive il curatore Mimmo Di Marzio: “Artisti contemporanei nazi...

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    Last Post by Anna e Vale il 2 Jan. 2013
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