1. “VERMEER. Il secolo d'oro dell'arte olandese" alle Scuderie del Quirinale (Roma)

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    A Roma dal 27 settembre al 20 gennaio 2013 nella prestigiosa sede delle Scuderie del Quirinale si è aperta la mostra “Vermeer. Il secolo d'oro dell'arte olandese”, nella quale sono presenti otto capolavori del maestro insieme a cinquanta opere di artisti suoi contemporanei. E' un evento unico perchè, in cento anni di mostre dedicate all'artista, solo sei rassegne hanno ottenuto più di cinque opere del genio in prestito. E' peraltro la prima mostra monografica realizzata in Italia. Otto tele non sono un numero esiguo se si pensa che ad oggi vengono ufficialmente riconosciuti autografi di Vermeer 37 lavori, e di questi solo 26 possono essere prestati e portati. Ci sono i suoi delicatissimi ritratti e le scene di interni intimi, costruiti con perfetti giochi di riflessi, la vera cifra stilistica del pittore di Delft, noto come il maestro della luce olandese. E', infatti, protagonista la luce ipnotica e inconfondibile. Questa è la caratteristica di Vermeer, artista dai riflessi e giochi di luce e ombre impareggiabili, che fissando interni domestici, ed ha scandagliato come pochi altri pittori momenti della condizione umana, che trascendono il tempo per farsi eterno, universale. Le sue tele dai formati piccoli e piccolissimi sono “emozioni durature”, che hanno affascinato gli spiriti più eletti come quello di Proust, che lo considerò il più grande pittore di tutti i tempi e ne fece un protagonista della Recherche idolatrato dai personaggi Swann e Bergotte. Fu proprio la Francia nell'800 a riscoprire l'artista dopo un oblio di un paio di secoli. Le sue opere hanno parlato con le quelle geometrie ai grandi artisti dello scorso secolo, basta citare Mondrian e del contemporaneo Richter, tra i tanti. Poco si conosce della sua biografia, tanto che fu definito, “la sfinge di Delft” da un critico francese che gli dedicò nella seconda metà dell'800 un'appassionata monografia. Nacque nel 1632 a Delft, da protestante si convertì per via delle nozze in cattolico convinto, al punto da sposarne con la fede la rigorosa simbologia pittorica. Si sa con certezza anche che Vermeer lavorò solo su commissione e non dipinse più di due o tre opere l'anno, il giusto per mantenere la moglie Caterina Bolnes, appartenente ad una facoltosa famiglia cattolica e i loro undici figli. In questa rassegna sono presenti opere somme, inserite in un allestimento (dalle basse temperature) che tenta di temperare il gigantismo delle sale con la “piccolezza delle tele”, mitigando i soffitti e proponendo le opere singolarmente su pannelli dal color pastello. Si inizia il percorso con “la stradina” di Vermeer, gioie...

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    Last Post by Anna e Vale il 9 Oct. 2012
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