1. Le Pietà di Giovani Bellini al Poldi Pezzoli di Milano

    giovannibellini


    Al Museo Poldi Pezzoli di Milano dal 9 novembre al 25 febbraio a Milano è allestita la mostra “Giovanni Bellini. Dall’icona alla storia”, idea nata dal recente restauro dell’Imago Pietatis, conservata nella casa-museo milanese e messa a confronto con altre tre versioni giovanili della “Pietà” del Maestro veneto. Come ha sottolineato Annalisa Zanni, direttore del Poldi Pezzoli: “l’intervento è stato l’occasione per un’accurata indagine conoscitiva sul disegno preparatorio e sulla tecnica pittorica del dipinto, che sono stati confrontati con quelli di altre opere eseguite dal pittore negli stessi anni. Il confronto con altre tre Pietà appartenenti all’attività giovanile di Bellini rivela la capacità dell’artista veneziano di rinnovare questo tema profondamente, in senso umanistico e rinascimentale”.

    bellini


    Infatti, sono arrivate per l'occasione altre tre opere con stesso soggetto di Bellini provenienti dai musei dell’Accademia Carrara di Bergamo, dal Correr di Venezia e da quello della Città di Rimini. Il tema della Pietà ha origini assai antiche che affondano nell'arte bizantina e nelle icone dei primi cristiani, per poi arrivare nell'arte italiana, ove questo soggetto era stato trasformato, poi nel quattrocento, per suggestione della devotio moderna proveniente dal Nord Europa, in una rappresentazione che focalizzava soprattutto le sofferenze fisiche e morali di Cristo, quali oggetto di meditazione dei fedeli. Giovanni Bellini trattò più volte questo soggetto iconografico, per sua stessa natura polivalente e polisemico, a partire da quello proveniente dall'Accademia Carrara di Bergamo e dal Museo Poldi Pezzoli a quelli provenienti da Rimini e Venezia. Il confronto iconografico e tecnico fra i quattro capolavori ha consentito di evidenziare il percorso compiuto dal giovane Bellini che, superato l’influsso di Mantegna e Donatello, sviluppò un proprio linguaggio innovativo, raffigurando il corpo del Cristo in modo sempre più naturalistico, arricchendo l’essenzialità dei modelli originari (le icone di cultura bizantina dell’età medievale) con paesaggi immersi in una luminosità soffusa e malinconica e, spesso, animando la scena con altri personaggi sacri.

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 Bellini abbandona del tutto la formula dell'icona alla ricerca di una nuova identità figurativa. Come in Donatello, anche in Bellini Cristo morto si regge da solo, ma a differenza del Man...

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    Last Post by Anna e Vale il 29 Nov. 2012
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