1. Consigli di letture: ADDIO A ROMA

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    Sandra Petrignani
    By Anna e Vale il 27 Dec. 2012
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    Nel libro Addio a Roma, edito da Neripozza, Sandra Petrignani narra la vita culturale e artistica di Roma dai primi anni ‘50 alla fine degli anni ’60. E’ la Roma del 1952, bella sulle macerie nascoste sotto le ricostruzioni, eterna come vuole la leggenda. C’è bisogno per tutti, dopo la guerra, di credere in un futuro felice. Iniziano le riprese di “Vacanze romane” e arriva Audrey Hepburn, occhi neri da italiana ma inglese, con la sua magrezza estrema che denuncia le sofferenze patite in guerra.

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    Tutto è in fermento, Roma inizia ad essere una città in pieno dinamismo culturale: si ha voglia di vivere, di ricominciare e anche di realizzare nuovamente il mondo e con il mondo l’arte, la letteratura, il cinema e la musica. Nel Lungotevere passeggiano chiacchierando a notte fonda Pasolini e Sandro Penna, nei caffè di Via Veneto, dopo il lavoro, si riuniscono Montale, Moravia, Flaiano. Giorgio Caproni arriva a Roma per insegnare alle scuole elementari. Nella libreria Rossetti, Cardarelli ama intrattenersi fino a tarda ora nella poltrona a lui riservata. I pittori, fra i quali Guttuso, si incamminano da Piazza del Popolo a Via Margutta, perché la notte è sempre molto lunga e i caffè lì non chiudono mai. A Roma c’è la Rai, il Centro di cinematografia, Cinecittà e il Parlamento. Ci sono Visconti, Germi, De Sica, Fellini, anche se molti non sono affatto romani ma concorreranno a costruirne il mito. Sono gli stessi che aspettano la gloria, condizione generale degli artisti dei primi anni 50, che poi diventeranno nel decennio successivo i protagonisti della “dolcevita”.
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    Pierpaolo Pasolini e Sandro Penna
    L'autrice ci conduce per mano nelle inquietudini e nelle emozioni di quegli anni fiorenti per la nostra cultura e fa questo viaggio nei salotti letterari, nelle piazze, nei vicoli attraverso Ninetta, una ragazzina trasteverini. Gli occhi di Ninetta, affascinati e piena di meraviglia, sono gli occhi dell’autrice e diventano anche i nostri ed insieme attraversiamo un periodo culturale fra i più intensi. Racconti, aneddoti, amori, litigi (furiosi come quelli tra Moravia e la Morante, o tra Natalia Ginsburg e il marito), ma non solo. Il romanzo descrive anche i cambiamenti culturali, letterari e politici, l’arrivo della televisione, l’oggetto animato, le lotte sindacali degli anni ’60, l’inaugurazione dell’Autostrada e con il passare degli anni lo stravolgimento della città, le speculazioni selvagge che segnano l’inizio del declino. Il libro scorre in modo veloce, attraverso una scrittura limpida e chiara; si leggono con piacere le pagine, trascinano e divertono,oltre ad essere davvero molto belle e coinvolgenti, come quando si approfondiscono le esperienze di Calvino, o di Pasolini.

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