1. Hans Memling, il poeta della dolcezza nelle Fiandre dei ricchi mercanti

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    Hans Memling, Madonna col Bambino con Angeli, 1485/1490, Washington, National Gallery of Art, A. Melton Collection.

    Dall'11 ottobre al 18 gennaio 2015 la splendida cornice delle scuderie del Quirinale a Roma ospita la mostra, a cura di Till Holger Borchert, “Memling, rinascimento fiammingo”, la prima in Italia dedicata al grande artista, che ha influenzato altri maestri italiani, da Raffaello a Leonardo, da Lorenzo Lotto al Ghirlandaio. Hans Memling appartiene alla seconda generazione dei maestri fiamminghi, e rappresenta il punto di piena maturazione della scuola di Bruges. L'esposizione cade a vent’anni dalla grande rassegna storica presentata a Bruges nel quinto centenario della morte e raccoglie moltissime opere provenienti da collezioni delicate e inamovibili di mezzo mondo, fra cui quella del Louvre, la Royal Collection di Londra, la Grace Frick, la National Gallery di Washington.

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    Hans Memling, Uomo con moneta romana, 1475 circa, Anversa.


    Purtroppo manca, invece, il celeberrimo trittico di Danzica, annunciato in mostra ma, alla fine di una lunga trattativa, trattenuto dal governo polacco che ha scelto di non prestarlo. Ill maestro, dotato di una tecnica perfetta e di un costante sentimento di delicatezza e di misura, è inserito nella vivace vita mercantile di Bruges. Memling non è un grande sperimentatore: la sua produzione non conosce particolari variazioni dalla giovinezza alla maturità, e si propone come modello esemplare della pittura fiamminga del pieno '400.

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    Hans Memling, Madonna col Bambino, 1485, Lisbona, Museo Nazionale di Arte Antica.

    Memling nasce in Germania, si forma a Colonia, dove ammira le delicate opere di Lochner. In seguito passa a Bruxelles, dove diventa il più fidato collaboratore di Van der Weyden. Alla morte del maestro (1464), Memling si stabilisce a Bruges, dove trascorrerà trent'anni di intensa attività. Non risulta che abbia viaggiato, ma ha tenuto intensi contatti con committenti fiorentini, agenti del Banco mediceo di Bruges: per i Tani ha dipinto il suo primo grande capolavoro, il giudizio universale finito a Danzica, mentre per i Portinari ha eseguito un trittico e var...

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    Last Post by Anna e Vale il 14 Oct. 2014
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  2. Augusto al Quirinale

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    Nel bimillenario della morte del primo imperatore romano, il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo (Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma), con Roma Capitale (Assessorato alla Cultura, Creatività e Promozione Artistica, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali) ed il Ministère de la Culture et de la Communication sono stati promotrici della eccezionale mostra "Augusto", organizzata dall'Azienda Speciale Palaexpo e Musei Capitolini in collaborazione con Musée du Louvre, Réunion des Musées Nationaux - Grand Palais e con la partecipazione di Electa.
    Ospitata fino al 9 febbraio alle Scuderie del Quirinale è curata da Eugenio La Rocca, Claudio Parisi Presicce, Annalisa Lo Monaco, Cécile Giroire, Daniel Roger.

    ScuderiedelQuirinale_Augusto


    Aperta alla presenza del Capo dello Stato, la mostra presenta le tappe della vita di Augusto - Figlio adottivo e pronipote di Cesare - fino alla nascita di una nuova epoca storica: l'Impero Romano. Augusto fu un personaggio dotato di un eccezionale carisma e intuito politico. Riuscì laddove aveva fallito persino Cesare: ponendo fine ai sanguinosi decenni di lotte interne, che avevano consumato la Repubblica romana; fino a creare un Impero. Il suo principato, durato oltre quaranta anni, fu il più lungo che la storia di Roma avrebbe mai ricordato e il più amplio, visto che l'Impero raggiunse la sua massima espansione a tutto il bacino del Mediterraneo, dalla Spagna alla Turchia, al Maghreb, alla Grecia, alla Germania.
    Inizia allora un'epoca di pace, con il naturale susseguirsi di prosperità ed abbondanza. E' lì che divennero abituali i concetti di: pax, pietas e concordia, cantati da poeti come Virgilio ed Orazio.
    Il tempo della Pax Augustea, se da una parte fu piena di successi strategici, allo stesso tempo fu costellata da drammi personali e lutti familiari, che lo privarono in pochi decenni di Agrippa - suo luogotenente e genero - e degli altri eredi designati a succedergli: come Marcello figlio di Ottavia, sorella di Augusto, che l'imperatore adotto' per farne il suo successore al comando dell'Impero. Alla morte del ragazzo, l'Imperatore gli dedicò quel Teatro che Cesare aveva iniziato a costruire ai piedi del Campidoglio, e che Augusto terminò: il Teatro Marcello, per l'appunto. La testa, presente alle Scuderie, è scolpita in marmo pario, per le sue riconosciute qualita' artistiche verra' esposto anche al Grand Palais di Parigi - nella selezione di opere prescelte per la sede estera. I caratteri fisiognomici del volto in questa opera s...

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    Last Post by Anna e Vale il 21 Oct. 2013
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  3. Tiziano in scena alle Scuderie del Quirinale

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    Tiziano e' uno dei pittori più influenti dell'arte occidentale, come maestro del colore e dell'impasto espressivo e come creatore di immagini di ogni tipo -pale d'altare, ritratti, mitologie e soprattutto nudi femminili- divenute in breve tempo centrali per l'arte visiva europea. Grande attenzione meritano anche aspetti meno tangibili della sua pittura, come la capacità di evocare un'atmosfera poetica attraverso la luce e il paesaggio o la profonda consapevolezza delle dignità e insieme della vulnerabilità umana. Tiziano, nato in Cadore, vive in una Venezia ricca e cosmopolita, lavorando assiduamente per il governo della serenissima e per una cerchia di committenti locali che si stende via via al di la' del Veneto, arrivando a comprendere alcune tra le piu' potenti figure del panorama internazionale, dal papa ai principi delle signorie italiane, dall'imperatore tedesco ai re di Spagna. Tiziano deve la sua fama internazionale anzitutto alla propria pittura che affascina i contemporanei per naturalezza e vivacita', ma i suoi trionfi professionali vengono certamente agevolati anche da un carattere affabile che doveva apparire in contrasto con la famigerata permalosità dello scontroso Michelangelo. Secondo Vasari, primo biografo di entrambi, nella casa di Tiziano a Venezia "sono stati quanti principi, letterati e galantuomini sono al suo tempo andati o stati a Venezia, perché egli oltre all'eccellenza dell'arte è stato gentilissimo, di bella creanza e dolcissimi costumi e maniere".
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    Tiziano Vecellio, Danae e la pioggia d'oro, 1544-1545.

    A questo genio dell'arte, che conteneva "la grandezza e la terribilità di Michelangelo, le piacevolezze e venustà di Raffaello, ed il colorito proprio della natura", le Scuderie del Quirinale di Roma dedicano, dal 5 marzo al 16 giugno, una mostra che ripercorre la sua attività artistica, e, quindi, un'epoca, il Cinquecento, grazie a 40 capolavori provenienti da Venezia, Berlino, Madrid, Urbino, Bergamo, Firenze, ecc. Era dal 1990, ovvero dalla mostra al Palazzo Ducale di Venezia, che in Italia mancava una monografica di Tiziano. Questa esposizione, omaggio a uno dei massimi interpreti del Cinquecento europeo, è una carrellata sull’intero arco della sua attività. Dal giovane Tiziano lavorante presso le botteghe di Bellini e Giorgione all’artista che ottiene la piena autonomia con le grandi tele realizzate per i dogi, gli Este e i Della Rovere fino ad arrivare alle committenze imperiali di Carlo V e poi del figlio Filippo II. Decennio per decennio, si a...

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    Last Post by Anna e Vale il 5 Mar. 2013
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  4. Gae AULENTI, la Signora dell'Architettura

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    E' doveroso fare un omaggio a Gae Aulenti, architetto e designer di fama internazionale, che se ne è andata dopo una lunga malattia. Tra le sue opere più famose la Gare d'Orsay. Dopo poche parole, meglio far parlare le sue opere. Gae Aulenti è stata architetto, designer, scenografa. La sua ultima uscita è stata il 16 ottobre per il premio alla carriera della Triennale di Milano. E' la signora dell'architettura italiana. Con uno stile definito da alcuni alla Coco Chanel e la fermezza delle proprie idee, Gae diminutivo di Gaetana ha lasciato traccia nelle città più belle del mondo e nei piccoli capoluoghi di provincia.aulenti_gae_aulenti_fotogramma_01 Suo ad esempio il progetto della ristrutturazione della Gare d'Orsay a Parigi trasformato nel Musée d'Orsay, uno dei musei più affascinanti di tutta la città, che ospita gli impressionisti e postimpressionisti, luogo dove passato e presente si fondono in perfetta armonia. Famose le sue realizzazioni museali come ad esempio il Museo nazionale di arte catalana a Barcellona, Palazzo Grassi

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    a Venezia, le Scuderie del Quirinale

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    a Roma, Palazzo Branciforte 112015162-4f545a2b-78dd-44ea-8586-2f11a5b63cf3 a Palermo, tra i suoi ultimi lavori, solo per citarne alcuni. Sua è stato la riqualificazione nel'99 di piazza Cadorna

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    a Milano, forse uno dei progetti più discussi. La stessa Aulenti commentò “In una città grigia, un po' di rosso e un po' di verdone trovo che fa piacere, cioè mi piacerebbe che fosse allegra”. Si forma come architetto nella Milano degli anni cinquanta, dove l'architettura italiana e' impegnata in quella ricerca storico culturale di recupero dei valori architettonici del passato e dell'ambiente costruito esistente. La sua carriera inizia con un grande maestro, Ernesto Nathan Rogers, e un grande committente, Adriano Olivetti. Fa parte di una generazione di maestri e pionieri che hanno indissolubilmente lasciato il segno nel panorama progettuale della nostra epoca. Il progetto per lei era sintesi storica, pensiero e visione, sempre condotto nel rispetto dell’esistente, del tessuto urbano...

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    Last Post by Anna e Vale il 2 Nov. 2012
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  5. “VERMEER. Il secolo d'oro dell'arte olandese" alle Scuderie del Quirinale (Roma)

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    A Roma dal 27 settembre al 20 gennaio 2013 nella prestigiosa sede delle Scuderie del Quirinale si è aperta la mostra “Vermeer. Il secolo d'oro dell'arte olandese”, nella quale sono presenti otto capolavori del maestro insieme a cinquanta opere di artisti suoi contemporanei. E' un evento unico perchè, in cento anni di mostre dedicate all'artista, solo sei rassegne hanno ottenuto più di cinque opere del genio in prestito. E' peraltro la prima mostra monografica realizzata in Italia. Otto tele non sono un numero esiguo se si pensa che ad oggi vengono ufficialmente riconosciuti autografi di Vermeer 37 lavori, e di questi solo 26 possono essere prestati e portati. Ci sono i suoi delicatissimi ritratti e le scene di interni intimi, costruiti con perfetti giochi di riflessi, la vera cifra stilistica del pittore di Delft, noto come il maestro della luce olandese. E', infatti, protagonista la luce ipnotica e inconfondibile. Questa è la caratteristica di Vermeer, artista dai riflessi e giochi di luce e ombre impareggiabili, che fissando interni domestici, ed ha scandagliato come pochi altri pittori momenti della condizione umana, che trascendono il tempo per farsi eterno, universale. Le sue tele dai formati piccoli e piccolissimi sono “emozioni durature”, che hanno affascinato gli spiriti più eletti come quello di Proust, che lo considerò il più grande pittore di tutti i tempi e ne fece un protagonista della Recherche idolatrato dai personaggi Swann e Bergotte. Fu proprio la Francia nell'800 a riscoprire l'artista dopo un oblio di un paio di secoli. Le sue opere hanno parlato con le quelle geometrie ai grandi artisti dello scorso secolo, basta citare Mondrian e del contemporaneo Richter, tra i tanti. Poco si conosce della sua biografia, tanto che fu definito, “la sfinge di Delft” da un critico francese che gli dedicò nella seconda metà dell'800 un'appassionata monografia. Nacque nel 1632 a Delft, da protestante si convertì per via delle nozze in cattolico convinto, al punto da sposarne con la fede la rigorosa simbologia pittorica. Si sa con certezza anche che Vermeer lavorò solo su commissione e non dipinse più di due o tre opere l'anno, il giusto per mantenere la moglie Caterina Bolnes, appartenente ad una facoltosa famiglia cattolica e i loro undici figli. In questa rassegna sono presenti opere somme, inserite in un allestimento (dalle basse temperature) che tenta di temperare il gigantismo delle sale con la “piccolezza delle tele”, mitigando i soffitti e proponendo le opere singolarmente su pannelli dal color pastello. Si inizia il percorso con “la stradina” di Vermeer, gioie...

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    Last Post by Anna e Vale il 9 Oct. 2012
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