Alfredo Protti, Toni azzurri, 1926
Sino al 4 febbraio 2013 a Bologna nella sede di Palazzo D’Accursio e' allestita la mostra “
Alfredo Protti. Il Novecento sensuale” promossa dall’Associazione Bologna per le Arti. L'esposizione, curata da Alessandra Sandrolini, si concentra su un tema preciso: le donne borghesi di Alfredo Protti, pittore protagonista della cosiddetta “Secessione bolognese” -movimento di rottura rispetto ai modelli ottocenteschi-, che ha avuto un certo successo, prima di essere oscurato dalla poetica di Giorgio Morandi. Sono giovani disinibite che si specchiano nude davanti allo specchio o si adagiano mollemente su letti disfatti, in pose maliziose, lontane dai modelli di femminilità eterei e idealizzati imposti sino a quel momento. Infatti, colte nell’intimità della vita domestica, spesso sole in mezzo a fiori, specchi e merletti, le donne ritratte da Protti, consapevoli del proprio corpo e della propria bellezza, di volta in volta maliziose o leggermente malinconiche, si avviano verso la modernità e rivoluzionano completamente i modelli più classici della femminilità.
Alfredo Protti, Calze rosse, 1924
Protti, dunque, racconta l'emancipazione delle donne che prendono coscienza del proprio essere e del proprio corpo e lo fa adottando uno stile completamente nuovo. Nato nello stesso anno di Umberto Boccioni e Gino Severini, e otto anni prima di Giorgio Morandi, Alfredo Protti seguì una carriera artistica autonoma rispetto alle correnti più radicali dell’avanguardia futurista e metafisica. Tuttavia la sua pittura, di respiro europeo, contribuì profondamente alla formazione dell’identità moderna di Bologna. La sua poetica, ispirata all’intimità della vita domestica, si nutrì delle esperienze formali più diverse e moderne, come quelle di Sargent, Whistler, Klimt, Renoir, Matisse.
Alfredo Protti, Infanzia
Il percorso espositivo ripercorre la sua pro...
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