1. Auguri Vale!!!!!

    By Anna e Vale il 21 Oct. 2013
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    20 OTTOBRE


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    Edited by Anna e Vale - 21/10/2013, 15:24
    Last Post by Anna e Vale il 21 Oct. 2013
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  2. IZIS - Il Poeta della fotografia a Firenze

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    La Fondazione Alinari, in collaborazione con la Ville de Paris, presenta al MNAF di Firenze l’opera di Izis Bidermanas (1911-1980) - poeta lituano dell'immagine, fu anche ritrattista e reporter. La mostra, aperta fino al 6 gennaio 2014, è curata dal figlio dell'artista, Manuel Bidermanas, assieme ad Armelle Canitrot, in occasione della proiezione del film “Aperçus d’une vie” (Scorci di vita), ed offre l’occasione di una vera e propria scoperta del grande fotografo! Un percorso di 120 istantanee, articolate in un percorso diviso in 6 sezioni: Il ritratto, Chagall, Sogni di Parigi, Sogni di Terra Promessa, Sogni di Londra e Sogni di circo.

    11-izis-bidermanas-fotoallestimento-mnafL'Allestimento della Mostra


    L’universo di Israëlis Bidermanas - conosciuto come IZIS, di origini russe ed ebraiche (come Chagall), arrivato a Parigi - si nutre di mille particolari negli anni '50, che lo circondavano ovunque: per la strada, in un circo, sulla Senna, giovani della resistenza....Artista poco conosciuto al grande pubblico, ma con un posto di diritto in tutte le storie della fotografia e presente nelle maggiori collezioni pubbliche e private internazionali.

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    Il suo amico Jacques Prévert diceva di lui:“La fotocamera di Izis è una scatola magica. Dalle sue mani fioriscono come per incanto esseri e cose che si aprono e si animano come quei fiori di carta giapponesi che, posti in un bicchier d’ acqua, diventano all’istante esseri o cose di un immediato passato. Più tardi, deposte fra le pagine di un libro, sembrano dormire nei loro letti di carta. Ma il lettore apre il libro e le ridesta alla vita quando vuole, e le riconosce anche se non le ha mai viste prima
    Artista poco consciuto ancora al grande pubblico, anche per il suo carattere anticonformista e poco appariscente - come conferma lo stesso figlio - fu selezionato nel 1951 per la mostra al MoMa Five French Photographers con Brassai, Cartier-Bresson, Doisneau e Ronis, è autore di molti libri, considerati modelli intramontabili di riferimento: è presente nelle maggiori collezioni pubbliche e private internazionali ed i suoi lavori sono raccolti in dieci diversi volumi!
    Dei suoi scatti diceva: “Si dice spesso che le mie fotografie non sono realiste. Non sono realiste, ma è la mia realtà”, ma rivelavano un immaginario capace di scovare la magia del quotidiano, l’atmosfera suggestiva che accompagnava la discesa di un uomo nei sotterranei metropolitani di Parigi,

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    Last Post by Anna e Vale il 17 Oct. 2013
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  3. National Geographic festeggia 125 anni a Roma

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    Robert E. Peary Canada | 1909 Probabilmente Robert E. Peary e il suo assistente non raggiunsero il Polo Nord nel 1909, ma di certo si avvicinarono come nessun altro prima.


    National Geographic festeggia i 125 anni dalla fondazione con la mostra fotografica "[size=14]La Grande Avventura" a Palazzo delle Esposizioni a Roma sino al 2 marzo 2014. Centoventicinque foto per ripercorrere le tappe di un lungo viaggio, tra avventura e rispetto per la diversità. L'esposizione, a cura di Gugliemo Pepe, racconta una storia fatta di grandi spedizioni e scoperte, dell'esplorazione di luoghi esotici e remoti,

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    Joanna Pinneo, Mali,1997,
    Coperta da un velo di sabbia proveniente dal letto asciutto di un lago, una famiglia fa un sonnellino in pieno pomeriggio


    di popoli e culture sconosciuti, di storia, di natura, di ecologia, di ambiente e di altri grandi temi di attualità globale, dalle carestie alla scomparsa degli habitat naturali. E' una storia fatta di fotografie che hanno reso il National Geographic - un marchio stimato e conosciuto in tutto il mondo. Con la mostrasi celebra questo anniversario e, contestualmente, anche i 15 di National Geographic Italia, che per l'occasione, nel numero corrente della rivista, ha anche editato un numero contenente una crestomazia di immagini. Scatti famosissimi, addirittura leggendari, o meno conosciuti, foto recenti o datate, dagli anni Cinquanta a oggi.

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    Steve McCurry, Ragazza afghana, 1984


    La ragazza afghana di Steve McCurry e il ritratto dell’esploratore Robert Peary, due tra gli scatti più famosi del NG e più in generale del ‘900, sono le immagini guida della rassegna che - attraverso gli scatti dei suoi più grandi fotografi - ripercorre i momenti più importanti della storia della Society. Tra imprese memorabili e personaggi leggendari, tra ricerca in laboratorio e spedizioni nei luoghi più sperduti del Piane...

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    Last Post by Anna e Vale il 1 Oct. 2013
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    Fotografia
    mostre
    By Anna e Vale il 1 Oct. 2013
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    Edited by Anna e Vale - 18/10/2013, 00:57
    Last Post by Anna e Vale il 1 Oct. 2013
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  5. Auguri!

    By Anna e Vale il 20 Sep. 2013
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    Auguri di buon compleanno
    alla nostra cara blogger Anna!!!!


    Edited by Anna e Vale - 20/9/2013, 20:38
    Last Post by Anna e Vale il 21 Sep. 2013
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  6. Agli Uffizi il Gran Principe Ferdinando dei Medici, collezionista e mecenate

    Fig.-2


    La Galleria degli Uffizi diventa sempre più' grande con ventiquattro nuove sale al piano nobile dell'ala di Ponente, per un totale di 1.400 metri quatrati di superficie espositiva in più, di cui sei sono destinate all’esposizione museale, una all’area sosta dei visitatori e 17 sono riservate alle mostre temporanee. Le nuove sei sale espositive sono interamente dedicate alla “Maniera moderna” ovvero la produzione artistica del Rinascimento maturo: sono ospitate qui le opere di artisti attivi a Roma nella prima metà del Cinquecento, seguite dai dipinti di Correggio, Parmigianino, Giorgione, Sebastiano del Piombo, Tiziano e, nell’ultima sala, pittori lombardi come Moroni, Lotto, Savoldo.

    Fig.-9
    Massimiliano Soldani Benzi (Montevarchi 1656 – Galatrona 1740) Allegorie delle Stagioni: L’Inverno (Venere e Marte nella fucina di Vulcano) ante 1708 Terracotta Firenze, Palazzo Pitti, Museo degli Argenti


    E' anche l'occasione per celebrare il terzo centenario della morte di Ferdinando de’ Medici (1663) con la mostra dal titolo “Il Gran Principe Ferdinando de’ Medici (1663-1713) collezionista e mecenate”, visitabile sino al 3 novembre 2013. Ferdinando, figura di spicco alla fine del Seicento, si distinse per l’amore per la cultura nel senso più pieno del termine: i suoi interessi collezionistici e mecenatizi si svilupparono in parallelo, e ben presto, a quelli per il teatro, per la musica, per la scienza, divenendo così un vero e proprio faro nella Firenze del tempo. Le prime sezioni, una delle quali iconografica, dedicata all'immagine del principe, illustrano gli interessi giovanili per la musica e per il teatro e i luoghi di tale interesse.

    Fig.-3
    Anton Domenico Gabbiani (Firenze 1652- 1726) Ritratto di musici del Gran Principe Ferdinando de’ Medici con servo moro 1687, Olio su tela Firenze, Galleria dell’Accademia, Dipartimento degli strumenti musicali (in deposito dalla Galleria Palatina di Palazzo Pitti)


    Una sezione e' poi dedicata alle nozze del principe con Violante Beatrice di Baviera, alle cerimonie fiorentine del tempo, ai lavori di adattamento della reggia di Pitti che subì un massiccio restauro documentato in mostra da disegni e altre memorie. Nelle sale successive, dedicate alla prima fase del collezionismo artistico di Ferdinando, sono presentati quei pittori graditi al giovane principe, soprattutto fiorentini. Due settori nei quali il principe si distinse con particolare incisività, ...

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    Last Post by Anna e Vale il 12 Sep. 2013
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  7. Alla Reggia la mostra "Dal Vaticano a Caserta: Vanvitelli e i suoi angeli"

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    Dal 3 luglio al 3 novembre e' possibile visitare presso la Cappella Palatina della Reggia di Caserta la mostra “Dal Vaticano a Caserta: Vanvitelli e i suoi angeli”, organizzata dalla Soprintendenza BAPSAE di Caserta e Benevento diretta da Paola Raffaella David in collaborazione con il Centro Europeo per il Turismo e Cultura presieduto da Giuseppe Lepore e grazie alla grande sensibilità del Presidente della Fabbrica di San Pietro in Vaticano Cardinale Angelo Comastri. Sono esposti per la prima volta due grandi angeli dipinti dal modenese Giacomo Zoboli tra il 1742 e il 1748 come cartoni per i mosaici della cappella di Santa Maria della Colonna, una delle cappelle della Basilica di San Pietro.

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    Questi angeli dialogano con quelli in marmo e stucco che ornano la Cappella Palatina, uno degli ambienti più straordinari della Reggia progettata e realizzata in massima parte da Luigi Vanvitelli alla metà degli anni cinquanta del secolo XVIII per Carlo di Borbone. E fu proprio Vanvitelli – che all’epoca di Zoboli era architetto della Fabbrica di San Pietro, ed in gioventù si era impegnato come cartonista al Vaticano – a collaudare in una fase intermedia il lavoro dell’artista modenese per la cappella di Santa Maria della Colonna. Un evento eccezionale questo della mostra, che per la prima volta mette in stretta connessione, attraverso la figura del grande Vanvitelli, una delle sedi più prestigiose del potere dinastico e temporale e la sede della Chiesa cattolica. Nell’occasione saranno esposti numerosi e preziosissimi paramenti sacri conservati in Reggia – pianete e dalmatiche in dotazione alla Cappella Palatina o probabilmente provenienti dalle residenze reali del territorio come San Leucio e Carditello. E' stato riaperto al pubblico il piccolo Museo degli Argenti annesso alla Cappella Palatina e sono stati resi percorribili il loggiato al primo piano e la tribuna reale.

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    Nel corso della preparazione della mostra ci sono state due interessanti scoperte. La prima e' un quadro raffigurante i lavori in corso nella cava di Castronovo in Sicilia dove furono costruite alcune delle colonne della Cappella Palatina. Il dipinto, inedito, che presenta in primo piano la figura dell' architetto palermitano Giovanni Battista Vaccarini, collaboratore di Vanvitelli nella scelta dei marmi per la reggia, potrebbe essere attribuito ad una mano assai vicina a quella del noto vedutista e scenografo Ant...

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    Last Post by Anna e Vale il 5 Sep. 2013
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  8. De Chirico: Mistero e Poesia in mostra ad Otranto (Le)

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    Piazza Italia, De Chirico


    In occcasione dei 125 anni dalla nascita di Giorgio de Chirico (Volos, 10 luglio 1888 - Roma, 20 novembre 1978), nel meraviglioso Castello Aragonese di Otranto (Lecce) - gioiello dell'UNESCO - si omaggia il Maestro con l'esposizione: "Giorgio de Chirico, Mistero e poesia" sino a domenica 29 settembre. La mostra, curata da Franco Calarota, si ripropone di illustrare il percorso dell’opera di Giorgio de Chirico: dal recupero della classicità fino all'invenzione della metafisica. La produzione risale per lo più agli anni ‘20, con una selezione di circa una cinquantina di opere: tra undici dipinti a olio, tre sculture e oltre trenta tra disegni, acquarelli e grafiche, provenienti dal prestito della Galleria d’Arte Maggiore di Bologna.

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    Cavalli Antichi sulla sponda dell'Egeo, De Chirico


    Nell’inquietudine di una figura umana che si smembra e percorre architetture esanimi di città abitate dal vuoto (come Piazza Italia), si staglia lo scenario di un dopoguerra, capace di ridisegnare il già noto: enigmatici tratti senza volto, nel segno di un universo mitologico, che è totale riscrittura del reale.

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    Trovatore, De Chirico


    «Senza la scoperta del passato, non è possibile la scoperta del presente», aveva scritto Giorgio de Chirico.
    Negli anni tra il 1910 e il 1918 Giorgio De Chirico, giovane e ipersensibile artista dalla fragile salute, inventa la pittura metafisica e crea i suoi capolavori. Secondo il curatore: "Il maestro sceglie il termine metafisica per presentare al mondo la sua arte, una parola che già contiene nel significato etimologico una traccia per andare “oltre”: per superare l’occhiata distratta ed avventurarsi alla ricerca dell’essenza, della verità in se stessa.
    Seguendo le indicazioni lasciate dalle sue stesse dichiarazioni - negli scritti di suo pugno e nelle interviste - conditio di tale manifestazione è l’equilibrio perfetto di tutti ...

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    Last Post by Anna e Vale il 4 Sep. 2013
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  9. La favola dell'anima. Il mito di Amore e Psiche a Mantova.

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    Afrodite, marmo età imperiale, Musei Capitolini, Palazzo Nuovo, Roma

    Mantova rivive la favola dell'anima nella mostra "Amore e Psiche.La favola dell'anima", ospitata tra le sale di Palazzo Te e al Tempio di San Sebastiano, dal 13 luglio al 3 novembre 2013. L'antichissimo mito Amore e Psiche e' ripreso da Apuleio nel II secolo d.C., che narra le vicende di Psiche, mortale dalla bellezza eguale a Venere, che diventa sposa di Amore senza mai poterne vedere il viso.Una notte, istigata dalle invidiose sorelle, riesce a scoprirne il volto ma viene immediatamente abbandonata dal dio. Psiche dovrà quindi affrontare una serie di prove, al termine delle quali otterrà l'immortalità e potrà ricongiungersi al suo sposo. La mostra, organizzata a cura della Fondazione DNArt, ci propone un percorso artistico unico e originale, accostando opere d'arte che appartengono a periodi differenti, dal classico al contemporaneo, ma legate tra loro dalle due figure mitologiche. I capolavori trovano ottima collocazione a Palazzo Te, la residenza gonzaghesca realizzata da Giulio Romano al cui interno si trovano tra le meravigliose sale affrescate, anche quella di Amore e Psiche.
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    Antonio Canova, Amore e Psiche stanti gesso, 1800, Museo e Gipsoteca Antonio Canova, Possagno

    La favola dell’anima si basa sull’interpretazione del mito in chiave neoplatonica che venne data nell’Umanesimo, per la quale l’errore di Psiche consiste nel ritenere il divino come una realtà tangibile e verificabile con i sensi, mentre è solo il cuore che può percepirne pienamente la presenza. “La vita attuale - sostiene la curatrice della mostra Elena Fontanella - nega spesso all’uomo gli spazi del sacro. Caoticamente travolti dall’esistenza, siamo impreparati ad affrontare le immense traversate interiori, fatte di vuoti e silenzi, che la vita ci mette davanti. Grazie all’aiuto di una delle favole più belle sull’amore, sulla morte e sulla vita, vogliamo accompagnare il visitatore in questi sentieri dell’anima, sfruttando le immagini artistiche che, nei millenni, si sono ispirate a questa storia. L’esposizione ospita reperti archeologici della Magna Grecia e dell’età imperiale romana del IV e V secolo a.C., provenienti dai Musei Capitolini di Roma, dal Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria e da altre importanti istituzioni pubbliche, sino ad arrivare ad approdare a oper...

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    Last Post by Anna e Vale il 2 Sep. 2013
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  10. Il tesoro degli avori dei Medici in mostra a Firenze

    By Anna e Vale il 28 July 2013
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    Manifattura francese Dittico con la Madonna in trono allattante il Bambino tra San Giovanni Battista e San Giacomo il Maggiore e la Crocifissione Seconda metà del XIV secolo Avorio e metallo San Pietroburgo, State Hermitage Museum


    Nella cornice di Palazzo Pitti a Firenze e' allestita la grande mostra "DIAFANE PASSIONI. AVORI BAROCCHI DALLE CORTI EUROPEE", curata da Eike D. Schmidt e diretta da Maria Sframeli- che ripercorre l'arte dell'avorio dal '400 all'età' barocca dal 16 luglio al 3 novembre 2013.Sono stati riuniti per la prima volta centocinquanta sculture in avorio, straordinari capolavori custoditi nelle collezioni fiorentine e nelle raccolte, pubbliche e private, di tutto il mondo, alcune mai viste prima. A Firenze l'iniziatore della preziosa collezione fu Ferdinando I de' Medici (1549-1609) che dette inizio a una delle più' spettacolari collezioni di avori in Europa, la quale continuo' ad arricchirsi fino al tramonto della dinastia, raggiungendo così numerose centinaia di esemplari.Per quantità, per qualità ed importanza dal punto di vista storico artistico, la raccolta medicea raggiunse livelli pari solo a quelli della corte imperiale di Vienna e di quella principesca di Dresda e di Monaco.

    Fig.-2
    Niccolò Pippi (Nicolas Mostaert) (Arras, circa 1530 – Roma, circa 1604) Deposizione dalla croce 1579 circa Avorio, montatura e supporto di legno ebanizzato Firenze, Palazzo Pitti, Museo degli Argenti


    La scultura in avorio fu apprezzata e ricercata dalle corti europee dalla metà del Cinquecento, per circa due secoli, come una delle massime e più sofisticate forme di espressione artistica. I più importanti scultori, sia in Italia che nei paesi europei, si cimentarono in questa tecnica raffinatissima e difficile, che univa alla perizia dell’artefice la preziosità della materia prima. Le zanne d’elefante arrivavano in Europa attraverso i grandi porti di Venezia, Genova e Napoli, rappresentando anche, insieme a Roma, i centri principali della lavorazione di ...

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    Last Post by Anna e Vale il 28 July 2013
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