1. Addio alla Signora dell'Astrattismo Italiana

    By Anna e Vale il 23 Feb. 2014
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    Accardi, rosso e blu


    L'Italia oggi perde un'Artista dell'arte che con la sua pittura ha contribuito all'imporsi dell'astrattismo nel nostro Paese. Giovanissma si trasferisce a Palermo per studiare all'Accademia di Belle Arti, conclusi nel 1947. Dal 1946 è a Roma dove frequenta l'Osteria Fratelli Menghi - noto punto di ritrovo per pittori, registi, sceneggiatori, scrittori e poeti tra gli anni '40 e '70.

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    Carla Accardi Cenni e barlumi, 2005, vinilico su tela, 110x160 cm


    Finsce col fondare il Gruppo Forma 1 con Attardi, Consagra, Dorazio, Guerrini, Maugeri, Perilli, Turcato e Sanfilippo, quest'ultimo sposato nel 1949. E nel cuore di Roma ha vissuto, tra una mostra, una personale e una Biennale a Venezia (saranno 8). E nella stessa strada Carla Accardi ha vissuto per tutta la vita, continuando a lavorare fino all'ultimo. In questi giorni stava infatti preparando opere per una nuova mostra in Belgio, ennesima tappa del suo sterminato curriculum espositivo nei maggiori musei e rassegne internazionali!

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    La sua ricerca iniza con dall'automatismo segnico, e apartire dagli anni '70 abbandona le classiche temprere per le vernici fino ai colori fuorescenti, che applicherà su supporti plastici, superando la bidimensiolità della tela. La Accardi mette quindi a punto una calligrafia pittorica inconfondibile: segni bianchi su fondi neri, che poi si colorano di tinte e forme diverse, ma resteranno il suo marchio inconfondibile!

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    Carla Accardi. Segni e forme, 2008



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    Carla Accardi, Rotoli, 1965–68



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    L'Artista Carla Accardi

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  2. A Roma "Apoteosi. Da Uomini a dei. Il Mausoleo di Adriano"

    By Anna e Vale il 28 Jan. 2014
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    A Roma, nella splendida cornica di Castel Sant'Angelo, ha aperto i battenti la mostra “Apoteosi. Da Uomini a dei. Il Mausoleo di Adriano”, fino al 27 aprile 2014. L'esposizione, curata da Filippo Coarelli e Eugenio Lo Sardo, valorizza il significato storico del Mausoleo di Adriano: partendo dall'altissima qualità della sua architettura! Infatti, il Mausoleo di Adriano, oggi Castel Sant'Angelo, è uno dei più grandi monumenti funerari, che ha ospitato le spoglie dell'imperatore Adriano e dei suoi successori fino a Caracalla. Prima il Mausoleo di Augusto aveva accolto le spoglie imperiali di Augusto e della sua gens: il ponte lo collegava al Campo Marzio, non a caso l'area destinata ai grandi funerali di Stato.

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    Il funus imperatorum, ossia il funerale imperiale con la divinizzazione dell'imperatore, cioè l'apoteosi che decretava la sua trasformazione in divus, per la prima volta celebrata a Roma con i funerali di Augusto, era l'ultimo atto di un lungo processo che già nella Repubblica aveva visto salire agli onori dei funera publica gli uomini più carismatici e meritevoli. A questo proposito Cicerone, nel Somnium Scipionis, spiegava come il viaggio celeste fosse comunque il destino dell'uomo che si fosse distinto in favore dello Stato, e illustrava le teorie dell'immortalità dell'anima e della sfericità del cosmo sulle quali si fondava l'idea dell'ascesa in cielo delle anime elette.

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    Dopo l’esempio di Giulio Cesare, al quale era stato dedicato il tempio del Divo Giulio nel Foro Romano, con Augusto la divinizzazione divenne un atto formale della vita politica romana ed ebbe un cerimonia particolare, appunto l’apoteosi (in latino consecratio), che gli storici antichi descrissero con attenzione e curiosità.
    Il percorso verso la divinizzazione aveva però origini molto lontane, nel sapere degli Egizi, al quale anche i Greci si erano ispirati, concedendo l’appellativo di cosmocrati, ossia dominatori del cielo, ai sovrani ed ispirando in tutti costoro il desiderio di apoteosi. Romolo, l’ecista divinizzato, avrà, secondo Virgilio (Eneide VI, 786 e ss.) “cento nipoti, tutti celesti, tutti abitatori delle “superne vette” e t...

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  3. Un tocco di Mille e una Notte a Roma con Zecchin e Cambellotti

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    Liberty
    Mostre
    Roma
    By Anna e Vale il 18 Jan. 2014
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    Il Museo Boncompagni Ludovisi per le Arti decorative presenta una suggestiva esposizione imperniata sulle opere dei due artisti del '900 ispirate alle Mille e una notte fino al 30 marzo 2013. Alcuni pezzi sono di particolare fascino: Dell’eccellente maestro vetraio Vittorio Zecchin (Murano, 1878 - 1947) - esposti sei pannelli (parte della serie di dodici realizzata nel 1914) di proprietà del Museo della Ca' Pesaro di Venezia, oltre ad alcuni vasi di ispirazione orientale, eseguiti per la celebre ditta muranese Venini; di Duilio Cambellotti (Roma, 1878 - 1960) si ammira la serie originale delle 20 tavole illustrative del libro, conservata presso l'Archivio Cambellotti di Roma.

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    Un dipinto da Le Mille e una Notte


    La rassegna, curata da Mariastella Margozzi, Matteo Piccolo e Floria Parisi : «Vittorio Zecchin, Duilio Cambellotti e Le Mille e una notte » è incentrata proprio sulla celebre raccolta di fiabe, che vine eusato come trait d'union tra i due artisti! Zecchin - pittore, decoratore, mosaicista, ricamatore, maestro vetraio, inventore di mobili, tessitore di arazzi - nel 1914, viene incaricato di decorare la sala da pranzo dell'Hotel Terminus a Venezia, e realizzerà dodici pannelli su tela, che hanno come soggetto proprio alcune delle storie orientali raccontate nella raccolta.

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    "Verso la Luce", pannello dipinto da Zecchin


    Di quella pubblicata dai Fratelli Treves a Milano in quello stesso anno, usciti nella collana Biblioteca dei ragazzi l'artista romano Duilio Cambellotti (1876-1960) ne curò le illustrazioni con venti tavole dipinte a tempera.

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    Una delle tavole di Cambellotti


    Da questa ideale «comunanza», forse al tempo ignota agli stessi protagonisti, nasce questa esibizione, che racconta con felice sintesi il gusto artistico assai in voga al tempo: tra liberty italiano, simbolismi, preziosi virtuosismi d'ascendenza klimtiana e, appunto, fantastiche notti d'Oriente.
    Di Cambellotti saranno visibili in mostra la serie originale delle venti tavole per l'illustrazione del libro. A comple...

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    Last Post by Anna e Vale il 18 Jan. 2014
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  4. Ritts in piena luce

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    Waterfall - Hollywood 1998


    Fortemente voluta dalla Fondazione Musica per Roma e della Fondazione FORMA per la Fotografia con la collaborazione della Herb Ritts Foundation, fino al 30 marzo 2014 L’Auditorium Parco della Musica di Roma si cimenta con la sua prima Mostra - inaugurando lo spazio espositivo AuditoriumExpo - dedicata alla retrospettiva fotografica intitolata “In piena luce”, dedicata al grande fotografo degli anni 80 e 90: Herb Ritts. Un tributo doveroso che ripercorre la carriera del'intuitivo artista californiano, morto a soli 50 anni il 26 dicembre 2002, che nel ritratto ha creato must incisivi, sognanti e perfetti anche dello star system hollywoodiano.

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    la modella AleK Wek


    Il suo occhio vedeva linee, spazi e curve con una sensibilità tale da creare magia! Uomo colto e sensibile, appassionato di arte e di storia della fotografia, Ritts studiava le composizioni classiche, la plasticità del dialogo tra i corpi nell’arte rinascimentale, così come nelle fotografie di inizio secolo.

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    Wrapped Torso, Los Angeles, 1989


    Rapito dal rigore formale del fotografo tedesco Herbert List (suo riferimento irrinunciabile per molte immagini), Ritts cercava di comprendere il mistero dietro alle perfette composizioni di luci e di volumi che, spesso distrattamente e con superficialità, vengono chiamate semplicemente “fotografie di moda”.

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    Accanto ai famosi ritratti dei corpi statuari delle modelle di Calvin Klein, Gianfranco Ferrè, Gianni Versace, Giorgio Armani, Valentino ed altri ancora,

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    Last Post by Anna e Vale il 17 Jan. 2014
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  5. Gemme di Impressionismo all'Ara Pacis

    Un assaggio d'impressionismo sosta all'Ara Pacis di Roma. Le gemme della National Gallery of Art di Washington toccano per la prima volta il territorio italico nell'unica tappa europea della mostra e vi rimarranno solo fino al 23 febbraio!

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    68 gemme dell'arte - tra Sisley, Renoir, Monet, Manet, Cézanne, Bonnard e Van Gogh, Degas, Boudin, Pissarro, Bonnard, Toulose-Lautrec insieme a tanti altri grandi Artisti - suddivise in cinque sezioni(la pittura "en plen air", le nature morte, ritratti ed autioritratti, Donne amiche e modelle e l’eredità dell’Impressionismo) rendono sia il senso artistico delle opere, che strizzano l'occhio all'essenza del mecenatismo americano.

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    Auguste Renoir. Cogliendo fiori, 1875, olio su tela. Collezione Ailsa Mellon Bruce


    Infatti la Galleria americana nasce nel 1941, grazie alla passione di Andrew W. Mellon, che avviò quella che sarebbe poi diventata una delle collezioni d’arte più importante al mondo. Il mecenate americano infatti scrisse nel 1937 all'allora presidente Roosevelt per offrire la sua straordinaria collezione d’arte allo stato americano e, dopo soli quattro giorni, Roosevelt rispose dichiarandosi felice per l'eccezionale proposta. L'anno successivo iniziarono i lavori che furono completati nel 1941.

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    Andrew Mellon


    La voglia di abbracciare il meglio dell’arte europea dal medioevo al XVIII secolo era alla base dell'acquisizione delle opere d'arte avviate da Mallon, la cui morte avviene nel 1937 stesso e a proseguire la raccolta ed i lavori furono i figli, Paul ed Ailsa, i quali coltivarono la stessa passione del padre, arricchendo quella che a noi oggi è nota come Collezione Mellon ed è conservata, a seguito di una donazione, presso la National Gallery of Art di Washington. Altre collezioni private andarono ad arricchire il nucleo iniziale e dietro a tutte le collezioni vi è radicato il gusto del collezionista nel godere dell'opera comprata per essere ammirata in casa e la voglia di condivisione che spinge a donare l'Arte alla Galleria Nazionale di Washington!

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    Last Post by Anna e Vale il 16 Jan. 2014
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  6. L'Arte "proietta" arte

    By Anna e Vale il 16 Jan. 2014
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    Buon Anno a tutti!!! Siamo state un po' assenti, ma vogliamo iniziare questo 2014 con una nota frivola, prendendo spunto dalla domanda che si è posto il sito Worth1000: se l'usanza dei grandi del passato di farsi ritrarre da grandi Artisti fosse valida ancora oggi: quali risultati potremmo vedere oggi? E il giornale francese Le Figaro ha selezionato le immagini migliori! Eccole di seguito! Voi cosa ne pensate?

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    John Lennon secondo Frans Hals



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    Natalie Portman secondo Vermeer


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    Hugh Laurie (alias Dr. House) secondo Christopher Wood



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    Eva Mendes secondo Frida Khalo



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    Lionel Messi secondo Rubens



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    Kate Winslet secondo Botticelli



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    Leonardo DiCaprio secondo Rembrandt



    Edited by Anna e Vale - 16/1/2014, 14:40
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  7. A Roma per la prima volta " I Tesori di San Gennaro"

    By Anna e Vale il 31 Oct. 2013
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    Da oggi al 16 febbraio 2014 sono in mostra A Roma i 70 pezzi unici de ''Il tesoro di Napoli - I capolavori del Museo di San Gennaro''. Per la prima volta escono da Napoli per mostrarsi nella capitale al Museo Fondazione Roma a Palazzo Sciarra . L'esposizione, curata da Paolo Jorio e Ciro Paolillo, si presenta come un evento unico di grande rilevanza storica e artistica perché si permette la fruizione di un altissimo patrimonio altrimenti nascosto al pubblico. Vi sono opere provenienti da una delle collezioni di arte orafa più ricche e importanti al mondo, formatasi attraverso 700 anni di donazioni di papi, imperatori, re, ma anche di ex voto popolari, il cui valore storico supera anche quello dei Gioielli della Corona d'Inghilterra e dello Zar di Russia. Il percorso espositivo ruota attorno ai due più straordinari capolavori del Tesoro: la Collana di San Gennaro, in oro, argento e pietre preziose, realizzata da Michele Dato nel 1679 e la Mitra, in argento dorato, 3326 diamanti, 164 rubini, 198 smeraldi e 2 granati, creata da Matteo Treglia nel 1713, di cui quest’anno si celebrano i 300 anni della realizzazione.La Collana di San Gennaro è uno dei gioielli più preziosi esistenti al mondo e la sua storia si intreccia indissolubilmente con il percorso della costante devozione tributata al Santo dalla città e dai regnanti nel corso dei secoli. E' un magnifico ornamento, composto da tredici grosse maglie in oro massiccio al quale sono appese croci tempestate di zaffiri e smeraldi.

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    Attualmente la collana comprende anche altri gioielli di diversa fattura e datazione e di provenienze illustri: una croce donata nel 1734 da Carlo di Borbone, una croce offerta dalla regina Maria Amalia di Sassonia, una ciappa in tre pezzi con diamanti e smeraldi, una croce di diamanti e zaffiri del 1775 donata da Maria Carolina d'Austria, una spilla a forma di mezza luna del 1799 donata dalla Duchessa di Casacalenda, una croce e una spilla in diamanti e crisoliti offerte da Vittorio Emanuele II di Savoia ed altri oggetti ancora. Particolare curioso è che nel 1933 Maria Josè, moglie di Umberto II di Savoia, si trovò a visitare la Cappella di San Gennaro in forma privata e non avendo portato con sé nulla da donare, si sfilò l’anello che indossava offrend...

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    Last Post by Anna e Vale il 31 Oct. 2013
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  8. Antonello da Messina in scena al Mart

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    Antonello da Messina, Annunziata, 1476. Palazzo Abatellis, Palermo.


    Dal 5 ottobre 2013 al 12 gennaio 2014 al Mart di Rovereto e' allestita la mostra “Antonello da Messina”, che ha il merito di ricostruire l’ampia scena storica e geografica dalla quale emerge l’eccezionale individualità del pittore siciliano. Antonello, infatti, ha compiuto un percorso pittorico ed esistenziale esemplare, che lo conduce dal dialogo con i grandi maestri fiamminghi e provenzali al contatto con Piero della Francesca, fino a esercitare un influsso determinante nello sviluppo della scuola veneziana. La mostra, a cura di Ferdinando Bologna e Federico De Melis, si propone di stabilire riferimenti figurativi rigorosi tramite ampi confronti che coinvolgono altri protagonisti della scena artistica del momento, da Colantonio a Van Eyck, fino a comprimari meno conosciuti, ma insigni come Antonio da Fabriano e il Maestro di San Giovanni da Capestrano, identificato con Giovanni di Bartolomeo dall’Aquila attivo a Napoli dal 1449.

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    Jan van Eyck, Ritratto d'uomo con il cappello blu- Uomo con l'anello. Art Galleries Muzeul National Brukenthal, Sibiu


    Il percorso espositivo parte, così, dalla formazione di Antonello, avvenuta nella Napoli di Alfonso d’Aragona tra esperienze provenzali-borgognone e fiamminghe, e si sviluppa con l’acquisizione progressiva della sintassi ‘italiana’, e l’aprirsi a una dimensione mediterranea europea, fino all’esito veneziano e post-veneziano che indica l’inizio di una nuova civiltà figurativa.La mostra riesamina anche il dibattito relativo al rapporto di Antonello con la Milano sforzesca, quasi in parallelo con le nuove ricerche di tipo spaziale lì condotte dal giovane Bramante, come indicano, tra le opere in mostra, il “Cristo alla colonna” e il disegno “Gruppo di donne su una piazza, con alti casamenti” entrambe provenienti dal Louvre.

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    Antonello da Messina, Cristo alla colonna, 1476. Louvre, Parigi.

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    Last Post by Anna e Vale il 28 Oct. 2013
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  9. Cleopatra al Chiostro del Bramante di Roma

    By Anna e Vale il 23 Oct. 2013
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    Il Chiostro del Bramante ospita fino al 2 febbraio 2014 un’importante esposizione incentrata sulla figura di Cleopatra VII, settima ed ultima regina d’Egitto (69 a.C. - 30 a.C.), che si riaffaccia nella Capitale dopo 13 anni di assenza.

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    La Mostra, curata da Giovanni Gentili, già curatore della mostra dedicata a Giulio Cesare, con il supporto di un importante comitato scientifico presieduto da Luigi Malnati, "Cleopatra. Roma e l'incantesimo dell'Egitto" è prodotta e organizzata da Arthemisia Group, insieme a DART Chiostro del Bramante, con la collaborazione del Ministero per i Beni e le Attività Culturali.

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    Attraverso 200 opere - provenienti dai principali musei nazionali e internazionali, tra i quali il Museo Nazionale Romano, il Museo Archeologico Nazionale di Napoli, il Museo Egizio di Torino, il Museo Egizio di Firenze, i Musei Vaticani, il Brooklyn Museum of Arts di New York e il Kunsthistorisches Museum di Vienna - viene raccontato l’Egitto dei Tolomei, la vita appassionante dell'affascinante, colta e seducente Regina, che fu al centro delle vicende politiche dell’epoca e del rapporto tra Roma e l’Egitto. Non a caso Cleopatra VII Thea Philopator, figlia del faraone Tolomeo XII Aulete e ultima regina dell'alto e del basso Egitto della dinastia tolemaica è una delle figure più discusse e rappresentate: musa di opere e di tragedie nei secoli.

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    Il percorso espositivo è articolato in 9 sezioni:Cleopatra; L'ultima regina d'Egitto; La terra del Nilo;I sovrani ellenistici;Gli dei e il sacro nell'Egitto tolemaico; Le arti; I protagonisti, le vicende;Cleopatra e Roma. L'Egittomania; Nuovi culti a Roma ed infine Roma conquistata: i nuovi faraoni. La mostra considera, dunque, gli aspetti della millenaria cultura egizia, indissolubilmente legata al fiume Nilo, oltre alle vicende storiche e le relative implicazioni d’ordine economico, religioso e culturale. Tra le opere esposte ve ne sono alcune inedite per l'Italia, come: il ritratto di Cleopatra cosiddetto 'Nahman'; quello di Ottavia, sposa di Marco Antonio e sorella di Augusto, rilavorato come quello della sovrana egiziana; o ancora, il ritratto della regina egizia giovanissima, ...

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    Last Post by Anna e Vale il 23 Oct. 2013
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  10. Augusto al Quirinale

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    Nel bimillenario della morte del primo imperatore romano, il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo (Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma), con Roma Capitale (Assessorato alla Cultura, Creatività e Promozione Artistica, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali) ed il Ministère de la Culture et de la Communication sono stati promotrici della eccezionale mostra "Augusto", organizzata dall'Azienda Speciale Palaexpo e Musei Capitolini in collaborazione con Musée du Louvre, Réunion des Musées Nationaux - Grand Palais e con la partecipazione di Electa.
    Ospitata fino al 9 febbraio alle Scuderie del Quirinale è curata da Eugenio La Rocca, Claudio Parisi Presicce, Annalisa Lo Monaco, Cécile Giroire, Daniel Roger.

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    Aperta alla presenza del Capo dello Stato, la mostra presenta le tappe della vita di Augusto - Figlio adottivo e pronipote di Cesare - fino alla nascita di una nuova epoca storica: l'Impero Romano. Augusto fu un personaggio dotato di un eccezionale carisma e intuito politico. Riuscì laddove aveva fallito persino Cesare: ponendo fine ai sanguinosi decenni di lotte interne, che avevano consumato la Repubblica romana; fino a creare un Impero. Il suo principato, durato oltre quaranta anni, fu il più lungo che la storia di Roma avrebbe mai ricordato e il più amplio, visto che l'Impero raggiunse la sua massima espansione a tutto il bacino del Mediterraneo, dalla Spagna alla Turchia, al Maghreb, alla Grecia, alla Germania.
    Inizia allora un'epoca di pace, con il naturale susseguirsi di prosperità ed abbondanza. E' lì che divennero abituali i concetti di: pax, pietas e concordia, cantati da poeti come Virgilio ed Orazio.
    Il tempo della Pax Augustea, se da una parte fu piena di successi strategici, allo stesso tempo fu costellata da drammi personali e lutti familiari, che lo privarono in pochi decenni di Agrippa - suo luogotenente e genero - e degli altri eredi designati a succedergli: come Marcello figlio di Ottavia, sorella di Augusto, che l'imperatore adotto' per farne il suo successore al comando dell'Impero. Alla morte del ragazzo, l'Imperatore gli dedicò quel Teatro che Cesare aveva iniziato a costruire ai piedi del Campidoglio, e che Augusto terminò: il Teatro Marcello, per l'appunto. La testa, presente alle Scuderie, è scolpita in marmo pario, per le sue riconosciute qualita' artistiche verra' esposto anche al Grand Palais di Parigi - nella selezione di opere prescelte per la sede estera. I caratteri fisiognomici del volto in questa opera s...

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    Last Post by Anna e Vale il 21 Oct. 2013
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