1. L'Energia del Lavoro in mostra a Milano

    Tags
    Fotografia
    Milano
    Mostre
    By Anna e Vale il 2 Nov. 2014
    0 Comments   44 Views
    .
    Dopo il successo dello scorso anno, la Fondazione Aem – Gruppo A2A dopo la fusione con l'utility bresciana Asm - traendo la storia dai propri archivi - regala una uova emozione alla città con ricordi collettivi, aneddoti e ritratti. Rimarrà aperta alla Casa dell’Energia e dell’Ambiente, fino al 30 gennaio 2015, la mostra fotografica “L’Energia del Lavoro. Uomini e donne in Aem tra Milano e la Valtellina”, che intende rappresentare un secolo di imprese, progresso, passione professionale tra Milano e la Valtellina negli stabilimenti, nei cantieri e negli uffici dove si produce, si orienta, si trasmette, si misura la luce. Non è solo un reportage aziendale, ma scatti di grandi maestri della fotografia italiana: come Antonio Paoletti, Francesco Radino, Gianni Berengo Gardin.

    Automezzi-Aem-in-piazza-Duomo-per-la-manutenzione-dei-lampioni-@Antonio-Paoletti-20-maggio-1938
    Antonio Paoletti, Automezzi Aem in piazza Duomo per la manutenzione dei lampioni, 20 maggio 1938[/size]


    Tra la terra e il cielo, arrampicati sui tralicci in costruzione, sospesi a un filo tra le nuvole, gli uomini di Aem hanno partecipato alla costruzione di una nazione in "un’epoca epica – dichiara Alberto Martinelli, Presidente della Fondazione Aem -, nella quale una pluralità impressionante di lavoratori ha contribuito con sacrificio e dedizione alla crescita e all’industrializzazione del nostro territorio; dove è anche opportuno scorgere in controluce il doloroso prezzo del progresso richiesto dalle grandi opere elettriche, sia tra le montagne valtellinesi sia nel capoluogo milanese, in termini di vite umane e sofferenza”.

    energia_del_lavoro


    La mostra è suddivisa in quattro sezioni:
    - Un’impresa di uomini, che ospita una selezione di fotografie inedite che documentano il lavoro di operai, minatori, impiegati, elettricisti, tecnici, ingegneri, da Milano all’Alta Valtellina, a partire dalla fondazione della municipalizzata fino alla trasformazione in azienda energetica.

    Lavori-di-manutenzione-dell%E2%80%99illuminazione-davanti-al-Grattacielo-Pirelli-in-costruzione-@Adolfo-Ferrari-24-febbraio-1959
    Lavori di manut...

    Read the whole post...

    Last Post by Anna e Vale il 2 Nov. 2014
    .
  2. Il mondo di Escher a Roma

    By Anna e Vale il 1 Nov. 2014
    0 Comments   457 Views
    .
    Fino al 21 febbraio 2015 il Chiostro del Bramante a Roma ospita una grande mostra antologica dedicata a Maurits Cornelis Escher, prodotta da DART Chiostro del Bramante e Arthemisia Group, in collaborazione con la Fondazione Escher. La mostra raccoglie oltre 150 opere dell’artista, incisore e grafico olandese nato nel 1898.

    vincolo-dunione


    Nella mostra si sottolinea la capacità di Escher di osservare la natura con un punto di vista diverso, facendo emergere la regolarità geometrica che il Maestro riesce a far diventare magia e gioco.

    eisher1-640x3521


    Il curatore Marco Bussagli ha spiegato: "La mostra su Escher vuole porre in evidenza alcuni aspetti dello sviluppo della sua arte, che è uno sviluppo complesso, articolato, che lega insieme, grazie alla sua creatività e alla sua fantasia, campi completamente diversi, che vanno dall'arte alla geometria, all'aritmetica, alla cristallografia, naturalmente insieme ad una cognizione profonda di quelli che sono i linguaggi artistici dell'epoca che Escher assimila e riutilizza: dall'art nouveau, al futurismo, al surrealismo, sempre con una cifra assolutamente personale.

    escher_drawing-hands-660x330


    All'interno della mostra sono collocati dei giochi che permettono un approfondimento dell'arte di Escher e dei meccanismi visivi che l'artista utilizzò nella realizzazione delle sue opere
    ".

    vlc-escher-scale1


    Vengono presentate alcune delle sue più importanti opere: Mano con Sfera Riflettente, Altro mondo II, Casa di Scale, Giorno e Notte, insieme ad alcuni quadri provenienti dalla Collezione Federico Giudiceandrea.

    ESCHER-15_cielo-e-acqua


    Peculiarissimo e spontaneo il suo modo vedere attraverso la realtà! Il suo rapporto con l’universo dei numeri, il gioco con la prospettiva - in biolico tra matematica spazio, prospettiva, arte e geometria - è unico! La sua percezione visiva era influenzata dai principi percettivi della Gestald e da una ricerca unica tra spazio reale e spazio virtuale: «Sono andato nei boschi di Baarn, ho attraversato un ponticello e davanti a me avevo questa scena. Dovevo assolutamente ricavarne un quadro!».

    Escher1


    Escher allude alla litografia dal titolo Tre mondi, in cui super...

    Read the whole post...

    Last Post by Anna e Vale il 1 Nov. 2014
    .
  3. La Divina Marchesa a Venezia

    jpg
    Mario Natale Biazzi, Luisa Casati, 1930. Collezione Paolo Schmidlinz.

    Venezia rievoca il mito della donna che aveva l’ambizione di essere un’opera d’arte vivente. Il Museo Fortuny ospita sino all'8 marzo 2015 una grande mostra: “La Divina Marchesa. Arte e vita di Luisa Casati dalla Belle Époque agli anni folli” , ideata da Daniela Ferretti, a cura di Fabio Benzi e Gioia Mori. Il titolo della mostra richiama l’aggettivo che le dette Gabriele D’Annunzio, uno dei suoi celebri amanti, che le attribuiva così una ideale discendenza dal “divino” De Sade. La marchesa fu l'amato soggetto dei più grandi artisti del suo tempo, da Boldini a Bakst, da Marinetti a Balla, da Man Ray ad Alberto Martini, da Van Dongen a Romain e Brooks, che le dedicarono dipinti e ritratti. Nessuna come Luisa Casati Stampa incarnò il mito della donna ai tempi della Belle Époque Veneziana. Eccentrica, trasgressiva, trucco esagerato e stile inimitabile, visse sopra le righe, trasformando se stessa in opera d’arte. Ricchissima, divenne la conturbante e sorprendente rappresentazione di modernità e avanguardia.

    jpg
    Anne-Karin Furunes, Crystal Images/Marchesa Casati, 1912, 2014.

    Filippo Tommaso Marinetti scrisse alla divina marchese in un ritratto donatole: “Alla grande futurista marchesa Casati, ai suoi occhi lenti di giaguaro che digerisce al sole la gabbia d’acciaio divorata”. A lei, una delle celebrità europee più famose del modernismo, importanti artisti dell’epoca dedicarono le loro creazioni. Questa femme fatale ha viaggiato tra Venezia, Roma, Capri e Parigi, collezionando palazzi in ogni luogo, allestendo feste memorabili e circondandosi di animali esotici: corvi albini, ghepardi ingioiellati e boa constrictor.

    jpg
    Alberto Martini, La marchesa Casati in Euterpe,1931.

    Per dieci anni il palcoscenico dei suoi eventi fu Palazzo Venier de’ Leoni a Venezia, acquistato più tardi da Peggy Guggenheim, anche lei musa e sostenitrice degli artisti d’avanguardia. Palazzo Fortuny rievoca la figura della marchesa Casati grazie a un centinaio di opere, tra dipinti, disegni, gioielli, sculture, fotografie e abiti, provenienti da collezioni private e da musei internazionali. Una straordinaria collezione di opere d'arte e ritratti che le furono dedicati o che lei stessa commissionò. In esposizione opere di pregio come la testa di ceramica policroma opera di Renato Bertelli, La Marchesa Casati di Romaine Brooks e la scultura di Paolo Troubetzkoy Ritratto della marchesa Casati con un levriero. A que...

    Read the whole post...

    Last Post by Anna e Vale il 30 Oct. 2014
    .
  4. Addio al Maestro Rene Burri

    Tags
    Fotografia
    Rene Burri
    By Anna e Vale il 21 Oct. 2014
    0 Comments   132 Views
    .
    Si è spento ieri, in Svizzera, dopo una lunga malattia, René Burri: il fotografo della Magnum, che immortalò persone e personaggi: dalle più comuni (in Brasile e Vietnam) fino al dittatore cubano Fidel Castro e "Che" Guevara.

    Ren%C3%A8-Burri-Che-Guevara-smoking-a-cigar-%C2%A9-Ren%C3%A8-Burri
    Che Guevara ritratto da Burri


    Nato a Zurigo nel 1933, a soli 13 anni immortalò l'allora ministro britannico - Winston CHURCHILL - durante la sua visita in Svizzera

    PAR218445
    Zurigo 1946: il Primo Ministro Inglese Winston Churchill


    Prima di essere conosciuto per la fotografia, Burri era un’artista a tutto tondo perché sperimentò prima la pittura (infatti da ragazzo scelse di frequentare la scuola d’arte di Zurigo) e poi il cinema. Ed è proprio questo suo percorso che gli fece sviluppare il suo occhio dietro all'obiettivo!

    artwork_images_141083_438516_rene-burri
    1960 Rio de Janeiro. Ministero della Salute, disegnato dall'archiettto Oscar NIEMEYER.


    Si avvale così della sua prima Laica e tramite il suo amico Werner Bischiof nel 1955 entra in contatto con l'agenzia Magnum Photos. Il suo servizio su dei bambini sordomuti viene pubblicata prima su Life e dopo su altre importanti testate europee. Nel 1959 entra a far parte dell'agenzia e da lì inzieranno i suoi viaggi in Italia, Turchia, Cecoslovacchia, Egitto....

    Ren%C3%A9-Burri-Brandenburg-Gate-with-Barbed-Wire-Berlin-1961-%C2%A9-Ren%C3%A8-Burri
    Burri ritrae Berlino nel 1961


    Nonostante sia stato a contatto con la violenza della guerra e la disperazione delle vittime, ha sempre evitato le immagini crude e tragiche: come ha scritto Peter Killer ”... non esiste una sola foto che non suggerisca l’esistenza possibile di un mondo più umano”.

    ...

    Read the whole post...

    Last Post by Anna e Vale il 21 Oct. 2014
    .
  5. Corcos e La Belle Epoque a Padova

    0 Comments   264 Views
    .
    La poesia femminile e l'avanguardia della nuova donna dei primi del novecento approdano nel Palazzo Zabarella a Padova con la mostra dedicata a "CORCOS - I sogni della Belle Époque" fino al 14 dicembre!

    23729-Sogni
    Vittorio Corcos, Sogni, 1896, Galleria Nazionale d'Arte Moderna e Contemporanea di Roma


    L’antologica più completa mai dedicata al pittore livornese presenta oltre 100 dipinti: dai suoi più noti capolavori a cui sono affiancate numerose opere inedite. L’esposizione, curata da Ilaria Taddei, Fernando Mazzocca e Carlo Sisi, mostra Matteo Vittorio Corcos - uno dei pittori più raffinati a cavallo di Otto e Novecento. Dalla Toscana alla Francia, ha ritratto le dame dell’alta borghesia, ha donato un tocco di eleganza ad ogni donna che ha ritratto. Raggiunse già una notevole fama per la sua capacità, non solo di dare un realismo dettagliato estetico, ma di insistere sull’importanza della cultura nel mondo femminile: molte delle donne che si vedono in mostra hanno in mano un libro, elemento fortemente simbolico (al di là del messaggio pedagogico, nella pittura spesso il libro indica la fecondità, la lungimiranza, la riflessione). Ugo Ojetti, nel 1933, ebbe modo di scrivere: «Chi non conosce la pittura di Vittorio Corcos? Attenta, levigata, meticolosa, ottimistica: donne e uomini come desiderano d’essere, non come sono». E e Cipriano Efisio Oppo, nel 1948, dice di lui: “Una pittura chiara, dolce, liscia, ben finita: la seta, seta, la paglia, paglia, il legno, legno, e le scarpine lucide di copale, lucide come le so fare soltanto io, diceva Corcos”.
    I visitatori saranno accolti dall’unico Autoritratto realizzato nel 1913 per la serie dei ritratti di artisti della Galleria degli Uffizi di Firenze, a fianco del Ritratto della moglie, conservato al Museo Giovanni Fattori di Livorno.

    19157-V_Corcos_Jole_Biaggini_Moschini_1904
    Vittorio Corcos, Jole Biaggini Moschini, 1904


    In particolare però, il percorso ruota attorno al grande capolavoro "Sogni", proveniente dalla Galleria d’Arte Moderna di Roma. Si tratta del ritratto, davvero particolare per l’epoca, di una ragazza moderna: Elena Vecchi. Grazie alla forza del gesto e dello sguardo, come alla suggestiva ambientazione, è diventato l’immagine più emblematica della cosiddetta Belle Époque di cui ben rappresenta l’atmosfe...

    Read the whole post...

    Last Post by Anna e Vale il 18 Oct. 2014
    .
  6. Hans Memling, il poeta della dolcezza nelle Fiandre dei ricchi mercanti

    0 Comments   95 Views
    .
    jpg
    Hans Memling, Madonna col Bambino con Angeli, 1485/1490, Washington, National Gallery of Art, A. Melton Collection.

    Dall'11 ottobre al 18 gennaio 2015 la splendida cornice delle scuderie del Quirinale a Roma ospita la mostra, a cura di Till Holger Borchert, “Memling, rinascimento fiammingo”, la prima in Italia dedicata al grande artista, che ha influenzato altri maestri italiani, da Raffaello a Leonardo, da Lorenzo Lotto al Ghirlandaio. Hans Memling appartiene alla seconda generazione dei maestri fiamminghi, e rappresenta il punto di piena maturazione della scuola di Bruges. L'esposizione cade a vent’anni dalla grande rassegna storica presentata a Bruges nel quinto centenario della morte e raccoglie moltissime opere provenienti da collezioni delicate e inamovibili di mezzo mondo, fra cui quella del Louvre, la Royal Collection di Londra, la Grace Frick, la National Gallery di Washington.

    jpg
    Hans Memling, Uomo con moneta romana, 1475 circa, Anversa.


    Purtroppo manca, invece, il celeberrimo trittico di Danzica, annunciato in mostra ma, alla fine di una lunga trattativa, trattenuto dal governo polacco che ha scelto di non prestarlo. Ill maestro, dotato di una tecnica perfetta e di un costante sentimento di delicatezza e di misura, è inserito nella vivace vita mercantile di Bruges. Memling non è un grande sperimentatore: la sua produzione non conosce particolari variazioni dalla giovinezza alla maturità, e si propone come modello esemplare della pittura fiamminga del pieno '400.

    jpg
    Hans Memling, Madonna col Bambino, 1485, Lisbona, Museo Nazionale di Arte Antica.

    Memling nasce in Germania, si forma a Colonia, dove ammira le delicate opere di Lochner. In seguito passa a Bruxelles, dove diventa il più fidato collaboratore di Van der Weyden. Alla morte del maestro (1464), Memling si stabilisce a Bruges, dove trascorrerà trent'anni di intensa attività. Non risulta che abbia viaggiato, ma ha tenuto intensi contatti con committenti fiorentini, agenti del Banco mediceo di Bruges: per i Tani ha dipinto il suo primo grande capolavoro, il giudizio universale finito a Danzica, mentre per i Portinari ha eseguito un trittico e var...

    Read the whole post...

    Last Post by Anna e Vale il 14 Oct. 2014
    .
  7. La montagna di Segantini al Palazzo reale di Milano

    1 Comments   220 Views
    .
    Il Palazzo Reale di Milano ospita sino al 18 febbraio 2015 la mostra "Segantini" su Giovanni Segantini (1858-1899), uno dei più grandi pittori europei di fine Ottocento. Sono presenti oltre 120 opere del grande artista, facendone così la rassegna più completa mai realizzata in Italia. Segantini è stato un artista di grande notorietà in vita, ma poi dimenticato e riscoperto dalla critica italiana e internazionale in varie fasi del Novecento. L'esposizione, curata da Annie-Paule Quinsac, autrice del catalogo e maggior esperta di Segantini, e da Diana Segantini, pronipote dell'artista, raccoglie opere provenienti da numerose e importanti istituzioni museali europee e statunitensi, a cominciare dal Museo Segantini di St. Moritz, che si fa testimone, attraverso il cammino artistico, della stessa vita del maestro: dall’infanzia trascorsa nella vivace metropoli post-unitaria al trasferimento sulle Alpi svizzere, uno degli ultimi, incontaminati, paradisi naturalistici. Il pittore si era diviso tra Italia, Austria e Svizzera. Nato in provincia di Trento, quando ancora sotto il dominio asburgico, Segantini arriva a Milano nel 1865 a sette anni, poverissimo e orfano, e lascia la città dopo 17 anni per trasferirsi prima in Brianza e poi in Svizzera, a Savognino e quindi in Engadina, dove morirà di peritonite a soli 41 anni nel 1899. Per quanto abbia sempre considerato l’Italia la sua patria, tuttavia dopo aver perso la cittadinanza austriaca non riuscirà ad ottenere per problemi burocratici quella italiana, diventando una sorta di apolide con tutte le conseguenti difficoltà per una libera circolazione all’estero. Il percorso espositivo si suddivide in otto sezioni, ciascuna delle quali dedicata a un aspetto dell'arte del pittore e rappresentata da alcuni dei maggiori capolavori, alcuni dei quali mai esposti in Italia o esposti oltre un secolo fa. Segantini ha avuto a Milano una vera e propria patria dello spirito, una città di riferimento per tutta la sua breve vita. Anche a seguito del trasferimento nei Grigioni, infatti, Milano continua a restare il fulcro della parabola segantiniana e piazza favorita per l’esposizione delle sue opere. Il suo avventuroso pellegrinaggio dai colli della Brianza alle creste granitiche dell’Engadina narra la storia straordinaria della creatività culturale che si sviluppò nelle valli tra l’Italia e la Svizzera all’inizio del secolo scorso. La mostra si presenta come una straordinaria celebrazione della “milanesità” dell’artista: un’intera sezione è dedicata proprio agli esordi milanesi del pittore, che con il suo ingresso all’Accademia di Brera diede il via a un promettente e fecondo percorso artistico. Pittoreschi scorci dei Navigli rievocano lo splendore della Milano di fine Ottocento, in opere come Il naviglio so...

    Read the whole post...

    Last Post by mariablanca il 17 Jan. 2016
    .
  8. Chagall al Palazzo reale di Milano
    La più grande retrospettiva dedicata al maestro russo in Italia

    0 Comments   250 Views
    .
    Marc-Chagall_02
    La passeggiata,
1917‐1918, olio su tela. Museo statale russo, San Pietroburgo

    Dal 17 settembre 2014 al 1 febbraio 2015 nella prestigiosa sede espositiva del Palazzo Reale di Milano è ospitata la mostra-evento "Marc Chagall. Una retrospettiva 1908-1985", la più grande retrospettiva mai dedicata in Italia al maestro russo. Marc Chagall. L'esposizione, curata da Claudia Zevi con la collaborazione di Meret Meyer, raccoglie ben 220 opere – prevalentemente dipinti, a partire dal 1908, data in cui Chagall realizzò il suo primo quadro, Le petit salon, fino alle ultime, monumentali opere degli anni ‘80 . Viene così ripercorso tutto il percorso artistico di Marc Chagall, accostando, spesso per la prima volta, opere ancora nelle collezioni degli eredi, e talvolta inedite, a capolavori provenienti dai maggiori musei del mondo, quali il MoMa, il Metropolitan Museum di New York, la National Gallery di Washington, il Museo Nazionale Russo di S. Pietroburgo, il Centre Pompidou, oltre a 50 collezioni pubbliche e private che hanno collaborato.
    Sono presenti opere come Il compleanno del 1915, opera che raramente lascia il MoMa di New York, o La passeggiata del 1917-18, ove Chagall tiene Bella sospesa in aria, come un aquilone, sullo sfondo di un paesaggio che ricorda la città natale di Vitebsk. Il motivo del volo, oltre che una felice intuizione compositiva, trova una spiegazione a livello metaforico: i due sposi, forse soffrendo dell'angusta dimensione terrestre, vogliono trascendere questi vincoli; Bella, come un aquilone innamorato, sorvola i tetti della città. Il dipinto è pieno di metafore ed evocazioni fiabesche non sempre facilmente decifrabili. La storia d'amore fra Chagall e l'amatissima moglie Bella ispira quadri pieni di trascinante gioia. Marc Chagall, per certe sue caratteristiche, potrebbe sembrare vicino al surrealismo che, sotto qualche punto di vista, anticipa. Egli, anzi, narra che Apollinaire, recatosi a trovarlo nel suo studio, poco prima della guerra 1914-1918, osservando le sue opere, "pronunciò per la prima volta la parola magica: surnaturel", "soprannaturale", da cui nascerà il termine "surreale" adottato da Breton in omaggio allo stesso Apollinaire.
    La mostra si articola in sezioni che rispecchiano la cronologia dell'esperienza di Chagall nella pittura: dal periodo in Russia con i primi dipinti realizzati a Vitebsk e a San Pietroburgo al passaggio in Francia a Parigi con il contatto con il cubismo, il fauvismo e il simbolismo...

    Read the whole post...

    Last Post by Anna e Vale il 7 Oct. 2014
    .
  9. Basilico al MAXXI

    0 Comments   151 Views
    .
    Con più di 70 fotografie provenienti dal proprio archivio, il MAXXI rende omaggio al grande maestro dell'obiettivo Gabriele Basilico, che attraverso le sue fotografie ha offerto suggestioni, riflessioni e sue visioni proprie!
    Una personale da intendere non come retrospettiva, ma più come un omaggio al maestro, scomparso nove mesi fa e aperta fino al 30 marzo.

    140141526-e439e4c9-bc75-404b-a6f1-458b32c80d2e
    Il Cantiere del MAXXI, 2009


    Peculiarità sua propria è la Fotografia esclusivamente in bianco/nero, dove i suoi campi d'azione privilegiati sono il paesaggio industriale e le aree urbane. I suoi studi di architettura lo avvicinano all'ambiente dell'editoria di settore per cui realizza, su commissione, un ampia serie di lavori.

    140142227-5f025e51-8f2e-49b8-b0d7-97272a920cce
    Roma, Via Jenner, 2010


    Lui stesso, in un'intervista del 2012 durante la Biennale di Architettura afferma: "Per tanti anni ho avuto l'alibi che non sapevo bene se avrei fatto un giorno l'architetto o il fotografo". E forse proprio in questa frase potremmo avere la chiave di lettura per capire il suo lavoro.

    140141577-e252be6d-e169-4fdf-a0b1-6b40d358b64f
    Roma, Scala del Palazzo Balilla, 2010


    Il suo primo lavoro risale al 1982, quando realizza un ampio reportage sulle aree industriali milanesi intitolato: "Ritratti di fabbriche" (Sugarco). A proposito di questo lavoro, Basilico ha dichiarato in seguito: "Ho sempre pensato che i miei "ritratti di fabbriche" nascessero dal bisogno di trovare un equilibrio tra un mandato sociale - che nessuno mi aveva dato, ma che era la conseguenza dell'ammirazione che io provavo per il lavoro dei grandi fotografi del passato - e la voglia di sperimentare un linguaggio nuovo, in grande libertà e senza condizionamenti ideologici". Questo primo lavoro gli dà una notorietà immediata e nel giro di due anni si trova ad essere invitato, insieme al gotha della fotografia internazionale, alla Mission de la DATAR. Lavora a più riprese a questo progetto tra il 1984 il 1985 e il suo contributo a la Mission è esposto nella grande collettiva a Parigi nel Palais de Tokyo (1985). Seguono anni di intenso l...

    Read the whole post...

    Last Post by Anna e Vale il 2 Mar. 2014
    .
  10. Riaperta la Porta del Cielo a Siena

    By Anna e Vale il 2 Mar. 2014
    0 Comments   149 Views
    .
    La chiamano la Porta del cielo, ma altro non è che un cammino che scorre sopra il duomo di Siena.

    jpg


    La particolarità del percorso, oltre a offrire una visuale mozzafiato sulla chiesa, è la sua apertura per l'appunto, che avviene di rado - la prima volta lo scorso anno. Da oggi infatti, la Porta del cielo - che fino ad ora utilizzata solo dalle maestranze che si sono avvicendati nei secoli - è aperta la pubblico.

    jpg


    Saliti i primi gradini si giunge sopra le volte stellate della navata destra e da lì inizia un itinerario riservato a piccoli gruppi, accompagnati da un’esperta guida, che riserva una serie di scoperte ed emozioni. Sarà infatti possibile ammirare suggestive viste panoramiche sia dentro che fuori la cattedrale. Saranno aperte al visitatore le multicolori vetrate di Ulisse De Matteis con la rappresentazione degli Apostoli - dalle quali ci si affaccerà all’interno della cattedrale, vedendo il meraviglioso pavimento di intarsi marmorei, i principali monumenti scultorei, l’interno della cupola (con il ‘Pantheon’ dei santi senesi, i quattro Patroni, santa Caterina e san Bernardino),

    Porta_del_cielo_Duomo_di_Siena_tetti_visite_guidate


    i ‘giganti’ dorati che proteggono dall’alto la comunità dei fedeli. Si passa poi a percorre il ballatoio della cupola: da cui sarà possibile contemplare l’altar maggiore, la copia della vetrata di Duccio di Buoninsegna, con al centro la mandorla di Maria Assunta, e i capolavori scultorei. Dall’affaccio della navata sinistra è possibile ammirare uno splendido panorama sulla Basilica di S. Domenico, la Fortezza Medicea, l’intera cupola della cappella di S. Giovanni Battista, il paesaggio circostante fino alla Montagnola senese.

    Porta_del_cielo_Duomo_di_Siena_tetti_visite_guidate3


    Si entra infine dietro il prospetto della facciata nel terrazzino che si affaccia su Piazza del Duomo, con la vista dello Spedale di S. Maria della Scala e si accede al ballatoio della controfacciata, da dove si ha una vista generale sulla navata centrale e lo sguardo è accompagnato dal ritmo scandito dalle teste dei papi e degli Imperatori, attraverso le tarsie con i filosofi del mondo antico che proferiscono sentenze.
    L’iniziativa è stata voluta dall’Opera della metropolitana di Siena, e organizzata assime a civita group e per l’occasione è stato pensato anche un biglietto integrato che unisce la porta ai musei della cattedrale.
    Da non perdere assolutamente!
    ...

    Read the whole post...

    Last Post by Anna e Vale il 2 Mar. 2014
    .
 
Top